Milan, la strada verso la Cina passa per Arcore: Berlusconi incontra gli advisor

Nelle prossime ore è previsto un summit per trovare un compromesso con Galatioto. Se c'è accordo si va alla trattativa in esclusiva
Pasquale Campopiano
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ROMA - E venne il venerdì. Con le due parti molto più vicine rispetto a quelle che sono state le concitatissime giornate precedenti. La strada che porta il Milan verso la Cina passa per Arcore. L'indiscrezione è confermata: lì, nella villa dell'ex premier, nelle prossime ore è previsto un incontro tra gli advisor dei gruppi finanziari orientali interessati all'acquisto del Diavolo e Silvio Berlusconi in persona. Che ha voglia di capire, di approfondire, di vederci chiaro.

Vuole conoscere di più sull'identità della conglomerata cinese che fino ad ora si è nascosta dietro le spalle forti e navigate dell'advisor italoamericano Sal Galatioto e della sua GSp (Galatioto Sports Group). Ha ancora tanti dubbi il Cavaliere, ma nelle ultime ore sembra disposto a venire incontro alla Evergrande Real Estate Group (nome anticipato in esclusiva dal corrieredellosport.it) e agli altri gruppi finanziari interessati (che a quanto risulta a chi scrive sono almeno sei).

LA NOSTRA ESCLUSIVA SULL'EVERGRANDE

DALLA CINA CON 730 MILIONI - La conglomerata autorizzata dalle mosse del presidente della Repubblica Popolare Xi Jinping è pronta ad investire sul pacchetto azionario del Milan, ma fin qui è rimasta nell'ombra. Si sa che ha pronta un'offerta da 700 milioni per acquistare il 100% delle azioni rossonere (il 70% immediatamente dopo il closing e il restante 30% entro il termine della prossima stagione). Si sa anche (e lo abbiamo anticipato) che ha già pronto un piano di investimento da circa 300 milioni, da investire sul prossimo calciomercato e sull'espansione del marchio A.C. Milan in giro per il mondo. Si sa poco, pochissimo altro. E qui Berlusconi ha storto il muso.

TUTTI I DUBBI DI BERLUSCONI

MISTER B. E L'ESCLUSIVA - Se non conosce i nomi dei gruppi interessati al "suo" Milan, Silvio Berlusconi non ha intenzione di dare il placet alla firma sull'accordo che darebbe il via al mese circa (che come sempre sarà prorogato ad almeno un paio di mesi) di trattativa in esclusiva. I problemi di questi giorni sono ruotati tutti attorno a questa faccenda: con Fininvest prontissima a firmare ma in attesa del sì definitivo. Con i cinesi, rappresentati dall'advisor Galatioto, pronti a trattare ma infastiditi dalle incertezze del patron. Per questo motivo un paio di giorni fa l'intera operazione ha rischiato di saltare: poi le parti sono tornate a ricucire i loro rapporti, in ballo c'è un'operazione economica troppo importante per essere mandata all'aria in malo modo.

Ora l'accordo sembra molto vicino, e per questo l'incontro che si terrà ad Arcore nelle prossime ore (non si sa se stasera stessa o durante il weekend) sarà decisivo.

ECCO PERCHE' EVERGRANDE VUOLE IL MILAN

IL COMPROMESSO - Berlusconi, che nelle ultime ore avrebbe ricevuto anche l'assenso di sua figlia Barbara a trattare con i cinesi, dopo quelli già annunciati di Marina e Piersilvio, secondo alcuni parlamentari di Forza Italia, come scritto dall'Agi, starebbe per sciogliere le sue riserve. Voglio essere sicuro che ci sia continuita', che chi vuole acquistare il Milan investa sul serio sulla squadra, si e' limitato a dire ai parlamentari azzurri che, anche con curiosita', hanno chiesto lumi al Cavaliere su cosa intenda fare. Il compromesso che è allo studio tra la Fininvest e Sal Galatioto è molto semplice: si firma il benedetto accordo tra le parti, si va a trattare in esclusiva con i cinesi, ma gli stessi hanno l'obbligo di "manifestarsi" al patron rossonero. Traducendo: mi siedo al tavolo con te, ma poi mi fai vedere chi sei.

E comunque Berlusconi avrebbe l'ultima parola una volta che il quadro sarà delineato e i nomi degli investitori saranno noti. Non resta altro che aspettare e capire se il Milan prenderà o meno la strada che porta verso la Cina. Non quella del fantomatico Bee Taechaubol, ma quella dell'Evergrande e degli altri gruppi coinvolti. Ben altra cosa, ben altra operazione. Per questo, molto più complessa.

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