Fabio Lopez allenerà in Oman

Il tecnico romano 43enne parte per una nuova avventura: «Allenerò l’Al-Oruba, nella Serie A dell’Oman. Parteciperemo anche alla Champions League del Golfo»
Fabio Lopez allenerà in Oman
Eugenio Russo
3 min

ROMA - Lituania, Malesia, Indonesia, Maldive e Bangladesh non potevano bastare a chi, oltre a quella di insegnare calcio, ha la passione per il viaggio nel cuore. Fabio Lopez è un allenatore italiano, nato a Roma il 17 giugno 1973. Ha lavorato e lottato per ottenere risultati in tutti questi Paesi anche perché “l’Italia sa distruggere i sogni - come ci raccontò qualche mese fa - Ma se continui ad impegnarti e fai sacrifici, alla fine li realizzi. Consiglio ai giovani di muoversi, senza paura”. 

Con questo stesso spirito Lopez è pronto ad iniziare l’ennesima avventura, dopo esser stato alla guida di cinque squadre straniere di vertice e aver partecipato alle qualificazioni mondiali in qualità di commissario tecnico del Bangladesh. Il dito scorre sul mappamondo che gira e poi all’improvviso si ferma: è l’Oman, stavolta, la destinazione designata. Il club vincitore della Serie A locale nel 2014/15, l’Al-Oruba, ha puntato sul tecnico italiano per riconquistare il titolo.

E lui si è messo subito al lavoro, come ha avuto modo di spiegarci quando lo abbiamo ricontattato: “Partirò intorno alla metà di luglio, il contratto è di una stagione più opzione di rinnovo per la seconda. In collaborazione con il general manager Naser e il mio intermediario Sherif stiamo già entrando nel vivo della campagna acquisti: le trattative riguardano due attaccanti nigeriani e un centrale difensivo della Nazionale congolese. Il campionato inizierà nella seconda metà di settembre. Inoltre parteciperemo alla Champions League del Golfo e ad altre due competizioni nazionali: coppa e supercoppa”.

Le precedenti squadre allenate da Fabio Lopez sono state: Banga Gargzdai e Siauliai (Lituania), Sabah (Malesia, da direttore tecnico), PSMS Medan (Indonesia), BG Sports Club (Maldive); a queste va aggiunta la Nazionale del Bangladesh. Il 43enne italiano ha vissuto numerose esperienze e le ha sfruttate per imparare a convivere con altri usi e costumi. E’ entrato in contatto con culture diverse, che è difficile anche solo conoscere nel corso di una vita intera, eppure va avanti con l’entusiasmo che lo contraddistingue e che sta per portarlo di nuovo lontano dal suo Paese. Quell’Italia dalla quale, ci ha confessato con una punta di malinconia che tocca anche i più intrepidi viaggiatori, “non ho ricevuto una sola chiamata, da nessuna serie, neanche per chiedermi consigli sui giocatori che ho visionato in giro per il mondo. E ne ho visti tanti che non avrebbero sfigurato nel massimo campionato italiano…”.


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