Calciomercato Milan, Galliani rischia il posto

In caso di passaggio di proprietà del club rossonero, tutti i poteri a Gancikoff. Berlusconi sinora non è intervenuto sebbene abbia ancora molti dubbi sulla cessione
Calciomercato Milan, Galliani rischia il posto© ANSA
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MILANO - Ne resterà soltanto uno. E l’ago della bilancia sarà la cessione o meno del Milan. Se alla fine ci sarà il passaggio di proprietà, allora, nel nuovo Diavolo, non ci sarà più posto per Galliani e in sella rimarrà il solo Gancikoff. Se invece l’operazione non dovesse andare in porto, allora tutto resterà come prima e l’attuale amministratore delegato continuerà ad avere in mano la gestione sportiva del club. La convivenza, insomma, è praticamente fallita ancor prima di cominciare. E i sorrisi mostrati in pubblico in occasione della cena a tre dello scorso 4 luglio con Montella, appena insediatosi in panchina, sono ormai un lontano d’accordo.

VETI INCROCIATI - Avrebbero dovuto condurre il mercato di comune accordo e, invece, quei due sono entrati rapidamente in rotta di collisione. Troppo abituato ad agire in prima persona Galliani, reduce peraltro dal precedente con Barbara Berlusconi, risoltosi con un’ermetica separazione delle rispettive competenze. Troppa fretta, invece, per Gancikoff che, senza nemmeno la firma sul preliminare, ha cominciato a muoversi già da padrone del club (essendo il padre di tutta l’operazione si è già ritagliato il ruolo di massimo dirigente operativo nel nuovo Milan), contattando agenti e procuratori, tanto che si dice sia stato lui a fare il primo passo con Montella. Con il mercato bloccato dalla mancanza di risorse economiche (i soli 15 milioni di deposito alla firma sono una scelta di Gancikoff?), l’incompatibilità tra i due ha complicato ulteriormente lo scenario, perché i veti incrociati hanno stoppato anche l’ingaggio degli svincolati, vedi Arbeloa, scelta di Galliani, e Caceres, idea di Gancikoff.

COMPROMESSO NECESSARIO - Senza più scadenze certe per la firma, è ovvio che il Milan non possa rimanere prigioniero di ripicche e sgarbi. E, visto che ci sono accordi scritti che prevedono la necessità di condividere ogni operazione, anche quelle di natura commerciale - ad esempio, non è stato nemmeno possibile aprire una nuova Academy prevista in Asia -, occorre trovare un compromesso per il bene del Diavolo. Un compromesso che duri almeno il mese di agosto, in modo da garantire qualche rinforzo allo sconsolato Montella.

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