Roma, Gerson non è pronto: deve ancora aspettare

Il centrocampista brasiliano è paragonato a Pogba, ma serve tempo: Spalletti lo plasma da mezz’ala
IN AFFANNO: GERSON Non entra mai nel vivo del gioco, si propone poco e a ritmi molto lenti© Bartoletti
Roberto Maida
3 min

ROMA - Chi lo vede allenarsi a Trigoria, chi ne intuisce le potenzialità, sostiene che la Roma non abbia alcun motivo di pentirsi dell’acquisto: «Si muove come Pogba, volteggia come un pattinatore». Il nuovo Pogba, almeno per leggiadria ed eleganza, è questo ragazzone di 19 anni che tutti chiamano Gerson, usando il soprannome che si deve a tutti i grandi campioni della storia brasiliana. Ma bisogna dargli tempo, avvertono dal palazzo Fulvio Bernardini, perché è impossibile pretendere di avere un Pogba senza prima costruirlo.

EDIFICARE - Pazienza che la Juventus abbia preso Pogba a parametro zero dal Manchester United e l’abbia rivenduto alle cifre che sappiamo al Manchester United. Se la Roma ha pagato Gerson 17 milioni, strappandolo al Barcellona, la colpa non è del nostro giovanotto. Anzi, Gerson ha avuto il merito di attirare l’attenzione su di sé per la padronanza del piede sinistro, per la rapidità del passo, per la potenza del tiro. Persino per la personalità nella scelta delle giocate che pochi a 19 anni sanno concepire. In questo momento tutte queste doti non si vedono. E non si vedranno per un po’ perché Spalletti, che nelle varie amichevoli lo ha provato in qualunque posizione, compreso il trequartista, non lo utilizzerà spesso in questa fase di ambientamento.

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ACERBO - Non lo ha bocciato. Affatto. Ma deve proteggere l’urgenza dei risultati e al contempo l’investimento della società. Schierarlo subito in una partita vera, magari contro il Porto, significherebbe lanciarlo da una rupe nel mare in tempesta: Gerson affonderebbe per incapacità di confrontarsi con i ritmi, la pressione, l’aggressività della scuola europea. Si è visto anche mercoledì scorso a Latina: il suo piede educato è sufficiente per meritare elogi al Fluminense ma non per essere importante nella Roma. Bisogna diventare parte di qualcosa, prima di conquistarla.

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