Raiola: «Ibra avrebbe voluto finire la carriera al Napoli»

Il procuratore: «Se la A fosse rimasta quella che era... La mentalità dei napoletani è quella più vicina a lui. Higuain? L'avrei venduto anche per una cifra inferiore»
Raiola: «Ibra avrebbe voluto finire la carriera al Napoli»© REUTERS
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ROMA - Mino Raiola, procuratore tra gli altri di Zlatan Ibrahimovic, ha parlato di mercato e non solo ai microfoni di Radio Crc: «Ibra accostato al Napoli quest’estate? I presidenti che parlano con me, hanno la certezza che quello che è stato detto resta tra noi quindi resta tra me il Napoli e il presidente. Abbiamo scelto lo United tempo fa, era il nostro obiettivo e Ibra è stato anche l’obiettivo del club, per cui siamo dove dovevamo essere. Poso solo dire che alla gara di addio al calcio di Ciro Ferrara al San Paolo, Zlatan mi chiamò e mi disse: “Mino, io voglio chiudere  la carriera a Napoli”, perché la mentalità dei napoletani è quella più vicina a lui e se la serie A fosse rimasta quella che era, sicuramente avrebbe potuto finire la sua carriera a Napoli»

NAPOLI E I CROSS PER MILIK

HIGUAIN E MILIK - «Avrei venduto Higuain alla Juve anche ad una cifra inferiore ai 90 milioni, è stata una operazione geniale quella del Napoli. Vendere e pentirsi è sempre meglio di non vendere e pentirsi. Milik? E’ stato scaricato dal Leverkusen e quando era all’Ajax era molto criticato perché non era produttivo. E’ per questo che in Olanda si sono stupiti che il Napoli lo abbia acquistato a quella cifra. Ci sono dei giocatori che in un campionato giocano meglio rispetto ad altri e questa è la vera difficoltà nella scelta dei giocatori nel calciomercato. Se in estate si poteva pensare che 35 milioni erano troppi per Milik, oggi non lo si può più pensare»

BALOTELLI - «Non volevo più portare Balotelli in Italia per non dargli altre scuse e continuare a non fare bene. Mario è legato a Napoli, ha una figlia napoletana e poi il tifo azzurro è unico»

TUTTO SUL NAPOLI

EL KADDOURI - «Sono deluso dall’allenatore che ha fatto di tutto per farlo restare in questa sessione di mercato, ma poi non lo ha inserito nella lista Champions. Sarri non è stato corretto, per cui vedremo se rinnoveremo col club azzurro. Omar è un ragazzo perbene, ha dimostrato di essere un giocatore da Napoli, poteva andare via quest’anno, ma l’allenatore lo ha voluto ed è per questo che siamo rimasti sorpresi dall’esclusione. Venendo a Napoli, anche Sarri ha imparato qualcosa dai napoletani e questo è un complimento. Quando si fa bene a Napoli si può far bene ovunque».

LA PREMIER - «Non potrei mai tifare una squadra allenata da Guardiola per cui non potrei mai dire che vincerà il Manchester City. Non so chi vincerà il campionato, ma spero che non sia il City. Lo United arriva da annate difficili e aver perso quella partita in quel modo contro il City, dà forza alla squadra».

LA CHAMPIONS «Champions equilibrata? Nel calcio il risultato dovrebbe sempre essere una sorpresa, altrimenti il Leicester non avrebbe mai vinto il campionato. La Champions però sta ammazzando i campionati e le federazioni lasciano fare alla Uefa: la Figc ha permesso che diventasse il più grande competitor della serie A. Tutti parlano della Champions, ma non è una grande piattaforma perché la vincono sempre i soliti 4 o 5. Sappiamo che con grande probabilità Barcellona, Real Madrid e Manchester City arriveranno fino alla fine e poi potrebbero esserci delle outsider come la Juventus o il Psg. La Champions è un po' più grande di un campionato normale, ma la noia di sapere più o meno chi la vincerà è reale. E’ strano che la Uefa, cioè un’associazione di federazioni, possa diventare una società commerciale che organizza un torneo e che poi questo torneo sia il più grande concorrente della Premier, della Bundesliga o della Serie A. Il calcio ha bisogno di una rivoluzione e per farlo bisogna staccarsi dalla Uefa per creare un campionato non europeo dove tutti possono entrare. Per molti anni le società hanno avuto paura di uscire dal sistema, ma quest’anno hanno minacciato di farlo poi però si sono accontentate di avere più soldi, senza rendersi conto che così stanno ammazzando il campionato. Faccio un esempio pratico: il Bologna può ambire alla Champions? No e così facendo, il gap tra quelle società che partecipano alla competizione internazionale e quelle che non vi partecipano aumenta sempre più. Fossi stato in queste società più o meno dello stesso livello, mi sarei staccato dal sistema anche perché la Uefa è monopolista. Il nuovo presidente Ceferin? Non sono d’accordo con la Uefa, la fondazione è sbagliata non la persona che ne è a capo, penso che la Uefa non debba avere questi poteri. Per esempio, la Uefa ha una sede bellissima in Svizzera ma poi fa congressi ad Atene e mi chiedo che senso abbia. C’è sempre qualcosa di non trasparente».

IL NAPOLI IN COPPA - «Non è abituato ad andare lontano in questa competizione, è anche una questione di cultura. Ho sempre detto che il grande problema a Napoli sono le aspettative. Parliamo di una realtà italiana importante, penso che il Napoli possa lottare per vincere lo scudetto e forse è l’unica squadra che può dare fastidio alla Juventus, sulla carta. Poi, però, il calcio non si gioca sulla carta ed è per questo che nasconde delle sorprese. Può farcela anche in Champions League, ma credo si debba concentrare su una sola competizione»


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