Lazio, dubbio Keita: un mese sul filo, il club al bivio

Il rinnovo del contratto ancora non c’è e il senegalese a gennaio può diventare l’asso più ambito del mercato. Nel 2018 sarà libero Lotito vuole cederlo solo all’estero e non scenderà sotto ai 30 milioni
Lazio, dubbio Keita: un mese sul filo, il club al bivio© ANSA
Fabrizio Patania
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ROMA - È partito per le vacanze di Natale, nelle prossime ore risponderà alla convocazione del Senegal per la Coppa d’Africa (raduno a Parigi), Inzaghi lo aspetta e chissà se tornerà a Formello, quando e con quali prospettive. Si apre il mercato invernale e il nome di Keita riempie di nuovo le cronache, diviso tra un rinnovo complicato del contratto con la Lazio e l’ipotesi di una cessione. Un mese sul filo, perché il destino dell’attaccante non si deciderà in fretta, ma solo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, quando si chiuderanno le liste dei trasferimenti e anche la Coppa d’Africa volgerà al termine. Si narra di un possibile nuovo assalto di Lotito per prolungare l’accordo in scadenza nel 2018, ultimo tentativo prima di mettere Keita in uscita. Segnali di fumo, messaggi cifrati. L’attaccante spagnolosenegalese è virtualmente sul mercato perché dopo un’estate di tensione e le prime due giornate di campionato in castigo non sono bastati il reintegro in squadra, il chiarimento con lo spogliatoio, un girone d’andata da protagonista (5 gol e 3 assist in 16 presenze) e ben quattro mesi di tempo (settembre, ottobre, novembre e dicembre) per raggiungere un’intesa contrattuale e blindarlo.

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BIVIO - Roberto Calenda, il suo manager, sostiene di non aver mai ricevuto e discusso a tavolino una reale e concreta offerta di rinnovo del contratto. Da Formello arrivano parziali conferme. Ci sono stati dei colloqui e degli abboccamenti con il giocatore, ma non con l’agente, ricevuto a colloquio l’ultima volta tra fine luglio e inizio agosto. Da allora gelo, ritengono stia lavorando per portarlo via da un anno. La linea societaria è chiara e non si discosta dai mesi passati. La Lazio ha cercato di far ragionare Keita, lo ha fatto sentire importante e centrale nel progetto di Inzaghi, non lo ha messo alla porta e neppure fuori rosa come era accaduto in passato con altri giocatori di livello, balenando (con la famiglia) l’idea di un prolungamento con clausola. L’analogia con altri casi resta legata alla distanza con il suo agente. Lotito non è un presidente che si fa dettare le condizioni, eventualmente detta le proprie e non si piega, altrimenti arriverebbe un messaggio sbagliato allo spogliatoio e si moltiplicherebbero le vertenze. Questa è la sua teoria. Sul ritardo con cui sono stati affrontati determinati rinnovi si preferisce glissare oppure ci sono sensazioni negative, alludendo alla volontà di andare a scadenza per forzare la cessione.

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