ROMA - Un anno con i fiocchi quello che sta per finire per Ciro Immobile, dopo una stagione tra vagliata a Dortmund e mezzo campionato altrettanto complicato nel Siviglia. Se fosse stato brasiliano l'avrebbero chiamata 'saudade', ma lui è uno 'scugnizzo' e forse aveva solo bisogno di ritrovare il calore dell'Italia per tornare a sentirsi un bomber, lo stesso capace di segnare 22 gol nella stagione 2013/14 con il Torino di Ventura.
LA LAZIO - «Ho scelto la Lazio - ha spiegato - perché è stata la squadra che più mi ha cercato e più mi ha voluto tra tutte quelle interessate a me. Fortunatamente è riuscita a trovare l’accordo con il Siviglia e io ero d’accordo su tutto, perché la Lazio è una società con tante vittorie alle spalle e che doveva rilanciarsi proprio come me. Era un matrimonio perfetto. Le delusioni estere? A Dortmund un po' è stata colpa mia e un po' della squadra. Il Borussia in quella stagione non è riuscito a fare bene come negli anni precedenti e io, essendo straniero, ho trovato ancora più difficoltà. Mi porto però dentro un’esperienza fantastica, sono riuscito a fare 4 gol in Champions ed è stata una tappa fondamentale per la mia carriera. Per quanto riguarda Siviglia è stata una stagione diversa, non ho mai avuto la fiducia e non mi sono mai sentito importante per l’ambiente. A gennaio ho preferito andare via per avere la possibilità di giocare anche in Nazionale».
IL TORO E I SUOI MAESTRI - Sul precedente ritorno a Torino rivela invece che «c’erano altre squadre interessate a me, la Samp mi aveva chiamato prima di tutti ma ero troppo legato al Torino che in quel momento era in difficoltà e avevo voglia di dare una mano a chi mi aveva lanciato nel grande calcio e a chi mi voleva bene. Per questo i recenti fischi dei tifosi granata mi hanno fatto molto male. Da un altro lato però più significa che mi hannoamato tantissimo. Resta il fatto che io non ho voluto dire come sono andate veramente le cose, chi ha voluto capire le scelte e le situazioni, che non sono state solo mie, ha accettato e ha capito il mio gesto di non esultare».
KLOPP E INZAGHI - Poi si passa a Klopp: «E’ diverso dai mister di cui ho parlato prima. Klopp è un allenatore più di cuore che motiva tantissimo la squadra, i giocatori sono tutti suoi fratelli. Forse tatticamente è meglio Ventura, lui invece punta tutto sulle motivazioni, sul fatto di scendere in campo sempre con la grinta e la cattiveria giusta». Infine su Simone Inzaghi, che grazie anche ai suoi gol in questo girone di andata ha sorpreso tutti portando la Lazio a ridosso della zona Champions: «A dire la verità non mia spettavo fosse così preparato dal punto di vista tattico e come esercizi di lavoro. Mi ha sorpreso perché è un allenatore giovane ed è importante per noi che siamo un gruppo che sta crescendo: questo binomio tra noi e lui è un qualcosa di speciale e penso che lo stiamo dimostrando in campo».
FAME DI GOL - Passano le stagioni ma la fame del gol comunque resta sempre la stessa: «Il primo segnato con la Lazio è stata una bella emozione, una bella soddisfazione perché ho subito rotto il ghiaccio. La gente si aspettava tanto da me, ma questo più che un peso per me è sempre un motivo in più per fare bene. Sapevo che c’era una maglia pesante da ereditare ma non mi sono mai fatto trascinare da questo, sono rimasto tranquillo e sono felice di quello che sto facendo. Anche la prima rete all'Olimpico è stato emozionante. Io i gol me li ricordo tutti ma quando fsegno per la prima volta in casa, sotto la curva, è diverso perché sento proprio il calore della gente che mi entra dentro. Sono emozioni che ti restano dentro».
TIFOSI E DERBY - Su Lotito che ha detto che la squadra ha avuto il merito di riportare la gente allo stadio, dichiara: «Ha ragione e di questo siamo orgogliosi. Solo grazie al lavoro e alle prestazioni siamo riusciti a riportare i tifosi allo stadio e vederlo stadio pieno. Una curva come al derby è emozionante per noi. Queste sono le cose belle del calcio e la vicinanza della gente la sentiamo e la viviamo al 100% nello spogliatoio. Siamo felici».
L'AZZURRO COL 'GALLO' - Al di là degli obiettivi di squadra comunque c'è anche la voglia di riconquistarsi lo scettro dei bomber. E Immobile lo ammette senza troppe ipocrisie: Sulla classifica cannonieri, dichiara: «Ci penso perché l’ho già vinta ed è stata una bellissima emozione. So che gioia ti dà avere quel premio a casa, quando assaggi una cosa buona poi è difficile farne a meno. Ma la concorrenza è tanta, sono partito bene, adesso c’è stato un momento di appannamento che spero finisca presto».