Galliani: «Non ho parlato con la Juventus di De Sciglio»

L'ad del Milan: «Il club andrà avanti anche senza di me. Montella sta facendo un lavoro splendido»
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MILANO - «Il Milan c'era prima e ci sarà dopo di Adriano Galliani». Così l'ad del Milan sul futuro del club dopo la cessione ai cinesi, attesa entro il 3 marzo. «L'altro giorno è venuto a trovarmi José Altafini, che ci portò a vincere una coppa dei campioni nel '63: ero bambino e andai a vedere la finale a Chiasso perché solo la televisione svizzera la trasmetteva in diretta. Il Milan - ha notato in un'intervista a TeleRadioStereo - vinceva le coppe dei campioni prima di Galliani e le vincerà anche dopo, mi auguro. Io faccio il mio lavoro con grande passione e soprattutto con grande entusiasmo: faccio tutto quello che riesco fino a quando sarò dietro la mia scrivania. Se e mai non ci dovessi essere, io credo che il Milan continuerà a vincere». Intanto secondo il dirigente, lo stadio di proprietà non dovrebbe essere una priorità per il Milan. «Le milanesi hanno un bellissimo stadio, non è colpa dell'impiantistica se non sono al livello della Juventus. Anche dopo gli ultimi lavori fatti per la finale di Champions, San Siro non ha nulla da invidiare - ha spiegato -. Con altre opere, può essere la degna abitazione di Milan e Inter. In altre città vanno fatti gli impianti. Il nostro calcio, che pure ha molti problemi, non è messo peggio di altri settori industriali italiani. La competitività in altri comparti è peggio».

La scelta di Vincenzo Montella, dopo un «corteggiamento di lunga data» e la politica «azzeccata e obbligata» di puntare su giovani italiani sono le ragioni principali dietro l'ottima stagione del Milan, secondo Adriano Galliani, convinto che «adesso mai più un giocatore da pallone d'oro giocherà in Italia». «Forse non immaginavo ma certamente speravo» che il Milan sarebbe andato così bene, ha spiegato l'ad rossonero, intervistato da TeleRadioStereo: «Stiamo raccogliendo i frutti della scelta politica mia e del presidente Berlusconi di puntare sui giovani italiani. Il campionato italiano non può più comprare le grandi star del calcio mondiale - ha proseguito -. Ho letto i report mandati dal mio amico Florentino Perez, tre volumi enormi con i bilanci 2015 e 2016 del Real Madrid: non puoi fare concorrenza a loro sul piano dei calciatori. Per noi è motivo di grande orgoglio avere un portiere del '99, il leader della difesa del '95, il playmaker del '98, i quattro terzini provenienti dal nostro vivaio, il terzo portiere del 2000. I ragazzi li prendiamo non dopo i 14 anni da fuori regione, a 8-9 se sono lombardi».

GALLIANI: «DEULOFEU UNICO OBIETTIVO»

Decisivo, secondo Galliani, è anche il lavoro di Montella, già inseguito ai tempi della Fiorentina: «Le clausole rescissorie alte ci hanno impedito di portarlo sulla nostra panchina molto prima. Sta facendo un buonissimo lavoro, c'è una bella atmosfera - ha spiegato -: giochiamo bene, giochiamo male, a volte facciamo meglio, a volte peggio, ma la squadra ha una sua identità, una sua compattezza, ha tante qualità inculcate dal nostro tecnico». 

Il dirigente del Milan ha poi parlato di mercato appena arrivato negli uffici della Lega Calcio: «De Sciglio alla Juventus? Io non ho mai parlato con Marotta del nostro giocatore», è stata la risposta di Galliani che poi ha chiarito: «De Sciglio ha un contratto di 18 mesi abbiamo quindi tutto il tempo per ragionare sul rinnovo». 

IL MERCATO DEL MILAN


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