Prandelli: «A Valencia mi sono sentito umiliato»

L'ex ct ha parlato della sua breve esperienza spagnola: «Mi hanno chiesto di fare il dirigente e l'allenatore senza darmene la possibilità»
Prandelli: «A Valencia mi sono sentito umiliato»© EPA
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ROMA - «A Valencia mi sono sentito umiliato, perciò me ne sono andato». Così l'ex ct azzurro Cesare Prandelli ai microfoni di Premium Sport spiega il suo addio alla panchina del Valencia dopo pochi mesi dal suo arrivo «Quando sono mancati i presupposti per lavorare con trasparenza, ha detto Prandelli, mi sono sentito umiliato: mi hanno chiesto di fare l'allenatore e il dirigente, senza poi darmene la reale possibilità. Avevamo concordato che la priorità era l'acquisto di Zaza, con cui era tutto chiuso, e non ho potuto accettare il fatto che il presidente, dopo 20 giorni in cui eravamo d'accordo, mi fosse venuto a chiedere se volevamo un centrocampista. Come a voler ricominciare da zero. Mi sono sentito umiliato e ho preferito rescindere un contratto di un anno e sei mesi: con questi soldi risparmiati magari ora possono fare mercato, visto che hanno problemi di fair play finanziario. Poi Zaza, dopo la mia rescissione, è arrivato lo stesso: penso che abbia le possibilità per fare bene. Il progetto Valencia - ha aggiunto Prandelli - era intrigante, ma in passato hanno fatto degli errori: hanno pagato cari dei giocatori e pensano che essendo la quarta squadra per monte ingaggi, di conseguenza dovrebbero arrivare quarti in classifica. Il loro è un approccio economico, non tecnico. Il calcio non è così».

 


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