SULL'ADDIO AL MILAN - «Come ho vissuto questi ultimi mesi d'addio? Li ho vissuti male, con grande dolore per un distacco che però si è reso necessario perché nel calcio sono entrati coloro che hanno i soldi che spuntano sotto terra tramite il petrolio. Quindi per tenere il Milan al livello che gli compete, cioè nei primi posti in Europa e nei primissimi posti in Italia, occorreva lasciare ad altri. L’ultimo anno ho speso 154 milioni di euro che sono andati nella stessa direzione del miliardo e oltre che ho speso in questi 30 anni di presidenza. Gioco forza mi sono dovuto tirare fuori, soffrendo».
GIUDIZIO SUI CINESI E DONNARUMMA - «Non me la sento, non posso dare nessun giudizio su quello che fa la proprietà cinese. Posso solo sperare che utilizzino bene questi investimenti e che schierino in campo una squadra nella maniera più corretta». Su Donnarumma: «E’ un problema grande. Ormai i calciatori sono dei professionisti ma dentro di me penso che sarei riuscito a trovare una soluzione per convincere Donnarumma a restare. Però mettiamoci anche nei suoi panni, è un ragazzo di 18 anni che si trova di fronte a un’offerta sensazionale di 100 milioni. Non è un problema facile da risolvere per un ragazzo serio e capace ma di quell’età».