De Laurentiis: Rulli è bravo, Ounas arriva lunedì

Il presidente del Napoli parla delle strategie di mercato in un'intervista al Corriere dello Sport-Stadio
De Laurentiis: Rulli è bravo, Ounas arriva lunedì© ANSA
Antonio Giordano
6 min

ROMA - Los Angeles, Londra, Roma: e in questo giro del mondo (reale), l’epicentro d’Aurelio De Laurentiis resta irresistibilmente Napoli, il fascino lieve d’una bellezza che rapisce, anestetizzando gli effetti del jet lag e trascinando - e mica per un po’ - con la testa in un pallone. Ciak, si vira: e scrutando l’orizzonte, in questo calcio da “rivoluzionare”, ci sono idee in sintesi sovrapposte come immagini cinematografiche che inducono a stropicciarsi gli occhi. 
 
Un mercato “riposante”, De Laurentiis... 
«Le sembra? A me pare di no: e non è neppure cominciato». 
L’avete aperto con Ounas dal Bordeaux. 
«Verrà, dovrebbe, lunedì per le visite mediche: il ponte lungo di Roma ci ha spinto a posticipare il suo arrivo». 
Lei è contento del suo arrivo? 
«Sono molto contento». 
E’ la stagione dei piccoletti. 
«Ma noi siamo una squadra che fa tutto in velocità, come si è avuto modo di vedere in questi due anni ricchi di spettacolo». 
Per questo pensate anche a Mario Rui. 
«La fisicità diventa relativa, evidentemente, visto il gioco che esprimiamo ed i ritmi a cui siamo abituati». 
Un po’ di centimetri, sulle palle inattive, magari vi sarebbero utili. 
«Ci sono leggende metropolitane, tipo quello che subiamo tanto: dicono le statistiche che soltanto alla Juventus hanno tirato in porta di meno, rispetto al Napoli. Vuol dire che abbiamo una fase difensiva organizzata. Poi ci fanno gol anche in quelle rare circostanze, ma questa è una colpa». 
E però su angoli e punizioni laterali... 
«Ma noi abbiamo mentalità particolare, ci piace attaccare. Vuol dire che sui corner o sulle palle inattive in generale, accenderemo un cero a san Gennaro». 
Le toccherà parlare con Reina? 
«E perché mai non dovrei?». 
E’ una questione da affrontare, quella del portiere. 
«Non mi sembra complicata. Reina ha ancora un anno di contratto e c’è in noi la volontà di rispettare quell’accordo, consapevoli del valore che ha. Poi è chiaro che avremo modo di vederci, anche presto, e chiacchiereremo. Ed è anche vero che siamo orientati a comprare un altro portiere che ci garantisca prospettive: Rafael è giusto che giochi, è bravo e lo aveva dimostrato anche da noi; e Sepe dà garanzie, è napoletano». 
Leno, Perin, Rulli, la rosa dei papabili si va restringendo. 
«Di Rulli so che gioca bene con i piedi, ma non mi faccio incastrare a parlare di vicende che riguardano sviluppi che non si possono prevedere o anticipare». 
Visto che ci siamo, affrontiamo anche il tema Ghoulam? 
«E dove vuole che vada? Resta qua, deve restare qua».  
Sarà un’estate calda. 
«Diversa nella preparazione: avremo una serie di amichevoli, parteciperemo all’Audi Cup che è un appuntamento prestigioso, andremo in Inghilterra il 6 agosto per sfidare il Bournemouth, il 10 verrà l’Espanyol al san Paolo. E’ tutto finalizzato alla Champions e sappiamo che rischieremo anche qualche brutta figura, ma non possiamo fare diversamente». 
Lo temete questo preliminare? 
«Assolutamente no». 
Ha avuto modo di parlare con Sarri? 
«Ovviamente: ci siamo sentiti l’altro giorno, prima che rientrassi da Los Angeles». 
E’ del tutto certo che continuerete a lavorare insieme? 
«Sarri ha un contratto in base al quale deve restare con noi per altre tre stagioni». 
Cosa si aspetta da quest’anno? 
«Intanto, bisognerà recuperare energie, fare il pieno. Ecco perché è stata anche modificato il nostro calendario, rispetto al passato». 
 E’ cambiato qualcosa anche in quello stagionale: si giocherà a Natale. 
«E sarà bello, è una novità piacevole e intrigante, io avrei allungato persino il periodo attivo. E comunque bisognerebbe avere un’altra fase preparatoria, in quel periodo, e riconoscere un premio ai calciatori, perché rinuncerebbero - e rinunceranno - alle vacanze». 
Che stagione dovremo aspettarci in assoluto? 
«Penso che finirà per essere più avvincente di quelle più recenti. La Juventus resta forte, noi abbiamo una squadra di assoluto valore, persino difficile da rinforzare, la Roma investirà - e lo sta facendo - dopo aver ceduto una serie di calciatori e Milan e Inter hanno capitali e anche tanta rabbia dentro». 
Sarà pirotecnico? 
«E’ quello che vogliamo noi ed è quanto si augura il pubblico, che va riportato negli stadi, come è accaduto in Inghilterra. Un 4-2 dà più sapore che uno 0-0, mi sembra persino banale. E la competizione allargata finisce per deliziare, per rappresentare un invito alla gente». 
Il 5 luglio, cittadinanza onoraria a Maradona. 
«Mi dispiacerà non esserci, perché io parto con i ragazzi e starò con loro sin dal primo giorno di ritiro. Peccato non aver potuto fare la partita, i campioni di quell’epoca con i nostri, ma non potevamo rischiare un infortunio, ancor prima di cominciare la preparazione». 
Nel calcio circolano di nuovo prezzi folli. 
«E il costo del lavoro è cresciuto in maniera impressionante, a fonte di ricavi che sono lievitati ma non nella stessa proporzione. Nell’anno della nostra prima qualificazione in Champions avevamo ingaggi pari a quarantacinque milioni di euro, mentre ora gli stipendi ammontano ad oltre cento milioni. C’è stato un incremento pazzesco». 
Quanto vale il suo Napoli? 
«Un miliardo di euro». 
E dunque lo venderebbe? 
«Neanche per un miliardo di euro». 
Disegni uno scenario... 
«Il Napoli, per me uomo di cinema, è un film meraviglioso che ho appena cominciato a realizzare. Non dico che siamo ai titoli di testa ma poco dopo, alla narrazione iniziale. C’è tutta una trama che va sviluppata». 
Prossima missione: cambiare il calcio? 
«Le sembra poco?». 
 


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