© APMILANO - Un segnale. Ancora meglio una decisa presa di posizione. Ma in pubblico, non più solo tramite entourage o intermediari. È ciò che, a questo punto, il Milan chiede a Aubameyang. Al di là di messaggi indiretti e di una disponibilità manifestata a parole, ma non nei fatti, il bomber gabonese finora non è andato. Il risultato è che la trattativa tra il club rossonero e il Borussia Dortmund non si è mai veramente accesa. Anzi, i dirigenti tedeschi sono arrivati ad accusare i "colleghi" rossoneri di mancanza di correttezza, per aver parlato pubblicamente del giocatore. Già, ma se Fassone ha fatto il nome di Aubameyang - assieme a quelli di Belotti e Kalinic, comunque ancora in lizza per sbarcare a Milanello - è proprio perché il diretto interessato ha alimentato le “avance” milaniste. Ora, però, non basta più, è arrivato il momento di esporsi: Aubameyang deve dire chiaramente e pubblicamente di voler lasciare il Borussia per tornare (è cresciuto nelle giovanili...) al Milan.
SCENARI - Solo così, infatti, potrà scattare l'offensiva del Diavolo, al momento frenata dal fatto che il club rossonero ha eretto un muro. Dichiarazioni esplicite da parte dell'attaccante, in sostanza, aprirebbero uno spiraglio, nel quale Fassone e Mirabelli sono pronti a gettarsi, con buone speranze di successo. Per la verità lo avrebbero già fatto in questi giorni, approfittando del ritiro del Borussia a Bad Ragaz, in Svizzera. Ma Aubameyang, ad oggi, continua a preferire il silenzio. Dalla Germania, inoltre, rimbalzano voci in merito a spaccature tra la dirigenza del Borussia, tra chi vorrebbe trattenere a tutti i costi il giocatore e chi, invece, vorrebbe liberarsene, in modo da non rischiare di ritrovarsi con un giocatore scontento nella prossima stagione. Attenzione, poi, a quello che potrebbe accadere dopo il passaggio di Neymar al Paris Saint Germain.
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