Barcellona-Neymar: il lascito di "O'Ney"

Si chiude il capitolo catalano del fuoriclasse brasilano, che lascia qualche strascico giudiziario, una tifoseria inferocita e una miriade di giocate da funambolo, oltre a una raffica di gol in un tridente che rimarrà nella Storia
Barcellona-Neymar: il lascito di "O'Ney"© ANSA
Andrea De Pauli
4 min

BARCELLONA (SPAGNA) - Un presidente in carcere, un altro a processo, un manipolo di giornalisti brasiliani che si sono trasferiti in Catalogna con il dichiarato compito di marcarlo a uomo, qualche cuore infranto nel corso delle ormai leggendarie feste nei locali più in della città, tante giocate sopraffine e un consistente bottino in fatto di gol, oltre, soprattutto, a otto titoli, tra i quali due scudetti, una Champions League e un Mondiale per Club. Questa l’eredità che lascia Neymar dopo il suo chiassoso quadriennio a Barcellona, insieme alla sfumata sensazione che, il Mohicano non sia mai riuscito a rendere davvero al massimo delle sue potenzialità, forse ad eccezione della notte in cui ha indossato per l’unica volta il ruolo del leader della squadra e ha condotto i blaugrana alla clamorosa remontada, e a dirlo ora pare piuttosto ironico, contro un Paris Saint Germain sbattuto incredibilmente fuori dalla massima competizione europea dopo il 4-0 a favore del Parco dei Principi.

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IL CONGEDO - La giornata barcellonese si è aperta con la catena di grandi magazzini El Corte Ingles, che ha fatto sparire in fretta e furia la gigantografia del fuoriclasse brasiliano che dominava il centralissimo Portal del Angel, a indiretta conferma che le voci che circolavano sull’imminente adios ai blaugrana fosse più che fondato. Il passaggio per la cittadella sportiva di Sant Joan Despí, l’arrivederci frettoloso ai compagni, l’ultima riunione col presidente Bartomeu, il fermo comunicato della società, che non si schioda dal pretendere i 222 milioni della clausola rescissoria, poi la corsa in aeroporto, destinazione ufficiale Londra, ma chissà. E tanti saluti. Il congedo più affettuso, però, il paulista lo ha ricevuto via social dall’ingombrante amico Messi, a quanto pare involontaria causa, insieme alla proposta indecente del PSG, della repentina fuga di Ney, che solo lo scorso ottobre aveva sottoscritto il rinnovo per altri cinque anni con i catalani. Smaltita la rabbia per il precipitare della situazione e la sensazione di tradimento, ai tifosi del Barça, in realtà, rimarrà soprattutto il ricordo di un tridente forse irripetibile, completato dal terzo sudamericano Luis Suarez.

UN TRIDENTE PER LA STORIA - Secondo gli scrupolosi dati messi insieme da Mr. Chip, Neymar, Messi e Suarez hanno condiviso 8.896 minuti in campo, distribuiti in 110 partite, 84 delle quali sono terminate con una vittoria blaugrana. In questo lasso di tempo i tre hanno realizzato 228 gol complessivi, uno ogni 40 minuti scarsi. Numeri da paura, che si fanno ancora più spaventosi se si contano tutte le reti siglate dalla MSN dal momento del debutto di Luis Suarez con la casacca del Barça, avvenuto in occasione di un Clásico di fine ottobre di ormai tre stagioni or sono, e che portano il bottino a 364 marcature complessive. Ney, con 90 gol nelle 145 esibizioni distribuite nell’ultimo triennio (105 gol in 186 partite, invece, è il computo finale delle quattro stagioni in blaugrana del brasiliano), si è rivelato il meno prolifico del terzetto, nonostante l’ottima media. Tra le reti festeggiate, la più ripetuta dalle tv locali, nelle ultime ore, e quella siglata alla Juventus, che sigillò definitivamente la finale di Champions di Berlino. Dybala, Griezmann, Mbappé o chi per loro dovrà sobbarcarsi il compito di non far rimpiangere troppo il Mohicano, non avrà vita facile.

@andydepauli

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