Ancelotti, ecco gli scenari: più Canada che Cina a meno che...

ROMA - Ieri pomeriggio Ancelotti è andato a salutare i giocatori, compresi gli ammutinati. Fra un paio di settimane andrà in vacanza, in Canada, a casa di sua moglie Mariann, prima però lo aspettano a Gerusalemme dove lunedì prossimo nella città vecchia allenerà i bambini musulmani, cristiani ed ebrei.

L’appuntamento è al Jerusalem sports playground, realizzato dal progetto Assist for peace nel quartiere armeno. Venerdì, invece, sarà a Torino per ricevere un premio per il suo ultimo libro “Leader calmo”. Non cadrà in tentazione e non andrà a vedere ItaliaMacedonia, almeno così pare.

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La sua intenzione è di fermarsi fino alla prossima stagione, ma il calcio è pieno di... agguati. Uno di questi è stato teso in Cina: l’offerta è consistente, molto consistente (economicamente parlando), ma né lui, né il suo staff sono entusiasti dell’idea.

Poi ci sono l’Arsenal, il Psg (però dopo lo 0-3...), magari il Milan. La Nazionale speriamo di no, almeno per ora. Quando aveva accettato di allenare i giovani di Gerusalemme, ignaro (ma non ne siamo tanto sicuri) di quanto sarebbe accaduto al Bayern, Ancelotti aveva detto: «Il calcio può essere una grande occasione di crescita personale poiché ci si deve mettere al servizio di una squadra». Era un messaggio per i ragazzini, si è trasformato nel commiato agli ammutinati.

A margine dell'amichevole di Tbilisi, in Georgia, Kaladze ha lanciato un messaggio con i grandi ex rossoneri: «Ancelotti sarebbe l’ideale. Carlo conosce quell’ambiente meglio di chiunque altro». Una suggestione che fa sognare anche tanti tifosi del Milan.