Calciomercato: Berardi, tentazione Roma

Di Francesco stravede per l'esterno del Sassuolo, che in estate voleva seguirlo a Trigoria
Calciomercato: Berardi, tentazione Roma© Getty Images
Roberto Maida
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ROMA - Una magnifica tentazione, un dolce pensiero: Domenico Berardi. Per ora se ne parla a bassa voce a Trigoria, all’interno della compagine dirigenziale, ma anche tra Monchi e Di Francesco, che da punti di osservazione diversi stimano molto il giovane attaccante del Sassuolo. Si tratta di un languorino più che di un appetito da soddisfare. E’ un’operazione molto difficile da realizzare a gennaio, perché le risorse della Roma non sono infinite e perché Squinzi tradizionalmente non lascia partire i calciatori a metà del cammino, ma si potrebbe definire nella sostanza in inverno per poi essere conclusa a giugno.

CONTATTI. Berardi non è mai stato un reale obiettivo della Roma, semplicemente perché il Sassuolo ha sempre chiesto cifre enormi per liberarlo: in estate la valutazione era di 50 milioni, prendere o lasciare. A quel prezzo, nonostante l’apprezzamento per il talento del giocatore e le rassicurazioni dell’allenatore sulle qualità umane del ragazzo, la Roma ha ritenuto che non valesse la pena neppure intavolare la trattativa. Ma adesso, nella stagione del dopo Di Francesco, che il Sassuolo ha pagato con una partenza a handicap costata l’esonero di Bucchi, Berardi può essere agganciato a cifre più basse. Ha cominciato molto male, specialmente in fase realizzativa visto che ha segnato solo un gol su rigore, e si è inevitabilmente deprezzato. Su di lui tengono gli occhi fissi anche Napoli e Inter ma è la Roma, davanti alle certezze di Di Francesco, la società che ha più possibilità di prenderlo. «In passato era rimasto a Sassuolo per lavorare con me - diceva l’allenatore un mese fa durante la visita al nostro giornale - poi perché la società ha chiesto tanti soldi per cederlo. Per me merita un grande club e spero che ci arrivi. Io riuscivo a gestirlo, non è una testa calda e dà sempre il massimo. Lo vorrei sempre nelle mie squadre». Più chiaro di così, è impossibile.

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