Napoli, Sarri firma!

Nelle prossime 48 ore incontro con De Laurentiis: «Ho un debito con la gente, devo ripagarlo»
Napoli, Sarri firma!© ANSA
Antonio Giordano
6 min

MONTECATINI TERME (Pistoia) - Il futuro è adesso: in questa nuvola (pure di fumo) che raccoglie le emozioni di un giorno ma anche di un triennio; in quella felicità, persino estrema, che trascina la fantasia al delirio; nella gioiosa atmosfera d’una Napoli che s’è lasciata andare, dolcemente, tra le braccia del suo “rivoluzionario”. Domani è un altro giorno e chissà cosa mai s’annida nel fascinoso, enigmatico clima di nove settimane e mezza ad altissima emozione, in quello skyline ampio, mutevole, cangiante, il panorama incantevole in cui Sarri s’è calato e che resta lì, avvolto nel mistero. Tra quelle sfumature d’azzurro, pennellate qua e là di verde, bianco e rosso: però prima che si sappia cosa si nasconda in quella palla di cuoio che rotola verso l’ignoto, il ciak di Aurelio De Laurentiis (in partenza per gli States) annunciato per le prossime quarantotto ore in un romantico faccia a faccia con il suo allenatore («Io lo adoro») con cui provvederà ad accendere le luci sul contratto di Sarri, sul rinnovo, sul futuro...

Per cominciare: cosa passa nella testa di un allenatore, per esempio Sarri, a questo punto del campionato?

«Che deve battere il record di punti del Napoli e nient’altro. Per ora, non possono esserci altri pensieri; poi tra un po’ non so, vedremo».

[...]

L’accoglienza della curva B l’ha emozionata: per un allenatore che deve decidere del proprio futuro questo affetto ha un valore?

«Parto da un presupposto importante, altrimenti passa un messaggio sbagliato: io ho il contratto con il Napoli e tutto ciò che in esso è contenuto, ad esempio la clausola, conta poco. Non ci do peso. Ha una sua incidenza invece ciò che ha fatto il pubblico e il modo in cui ha espresso il suo attaccamento a me: manifestazioni del genere ti stordiscono, ti fanno sentire in debito. E’ poi inevitabile che, nel momento delle scelte, un uomo debba interrogarsi e sapere se si sente in condizione di poter pagare questo debito. Ma qui c’è un rapporto che va al di là della pura immaginazione. Il pubblico di Napoli non ha eguali».

Quando si saprà chi è l’allenatore del Napoli?

«Io sono legato al club da un accordo e le divagazioni e le interpretazioni lasciano il tempo che trovano. Poi ci sono le considerazioni finali, eventualmente. Ma se sarò nelle condizioni ideali per ricambiare i sentimenti della gente, dunque se avrò la certezza di poter offrire tutto me stesso, allora il contratto sarà un falso problema. Altrimenti, dovrò fare un passo indietro».

Disse tempo fa: devo capire se il ciclo può ritenersi aperto. ?Il che significa?

«Avere la certezza che ci sia continuità, che si possa lavorare su un gruppo. Io conosco le dinamiche del mercato e so bene che, in presenza di certe offerte, è difficile eventualmente trattenere alcuni calciatori. Ma il Progetto può andare avanti».

Vincere lo scudetto o non vincerlo può spostare qualcosa?

«In me assolutamente no. Io devo solo leggermi dentro e capire se ne ho ancora oppure no. Semmai le valutazioni più ampie non appartengono a me e sono inerenti alla crescita complessiva del Napoli, dell’ambiente, di ciò che si avverte: a me è sembrato, per dirne una, che dopo il pareggio di san Siro si sia diffuso un pizzico di malcontento. Ma eravamo usciti imbattuti dalla gara con l’Inter! Ecco, sono lievitate le aspettative, e ciò ci fa piacere perché siamo stati noi a favorire questo clima ambizioso, però a volte è necessario essere razionali. Non dobbiamo sentirci prigionieri di alcun vincolo, abbiamo una strada davanti a noi da percorrere ancora».

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