Carlo Ancelotti dice no all'Italia: ecco i quattro motivi

Il tecnico ha rifiutato la panchina azzurra: vi sveliamo tutte le ragioni alla base della sua decisione
Carlo Ancelotti dice no all'Italia: ecco i quattro motivi© EPA
Alberto Polverosi
3 min

ROMA - Carlo Ancelotti non sarà il ct della Nazionale. Lo ha comunicato ieri mattina lo stesso allenatore a Costacurta e Fabbricini, con i quali aveva avuto un lungo incontro lunedì scorso. Per la panchina azzurra restano in corsa Roberto Mancini e Claudio Ranieri e la decisione finale verrà presa entro la fine della prossima settimana.

GLI INCONTRI - Ancelotti era il grande favorito, l’uomo su cui puntava Costacurta, che Ancelotti aveva già incontrato a Londra una ventina di giorni fa. Già allora avevano parlato del programma e accennato anche alla questione economica. Si erano lasciati con la promessa di rivedersi prima possibile. Il viaggio dell’ex tecnico del Bayern a Roma, per motivi personali, era stato l’occasione per un incontro... allargato anche al commissario Fabbricini. Quasi due ore in una sala del Parco dei Principi a Roma: staff, programma, contratto, figure note (Pirlo, Ambrosini) da inserire nel club Italia, era stato messo tutto sul tavolo ma da quella riunione non era uscito né un “no”, né un “sì” di Ancelotti. Solo un “ci penso e vi faccio sapere”. Così è andata. Carletto, rientrato in Canada (tornerà in Italia per l’addio al calcio di Pirlo, il 21 maggio), ci ha pensato e ha detto “no grazie”. Se ne riparlerà, semmai, dopo il 2020. 

IL NO DI CARLETTO - Le ragioni per cui Ancelotti ha risposto di no all’offerta di Costacurta e Fabbricini sono di varia natura. La prima è di tipo politico-federale: Carletto ha notato poca chiarezza intorno alla federcalcio e ha temuto che una volta finito il commissariamento si possa tornare alla prima... Repubblica. Chi ha buona memoria, ricorderà che questa era stata la prima condizione posta da Ancelotti, all’indomani dell’eliminazione dal Mondiale, per diventare il successore di Ventura. La seconda è di tipo sportivo: pensando al nuovo ruolo, Ancelotti si è accorto di sentirsi ancora allenatore di campo, non selezionatore. Per diventare ct, sente di avere ancora un po’ di tempo. La terza, legata alla seconda, è il suo prossimo futuro: qualcosa si sta muovendo nel suo mercato. La quarta è economica: gli è stato offerto un contratto di livello inferiore rispetto al ct più pagato della storia della Nazionale, ovvero Antonio Conte, che percepiva oltre 4 milioni all’anno.

Leggi l'articolo completo sull'edizione del Corriere dello Sport-Stadio oggi in edicola


© RIPRODUZIONE RISERVATA