Inter: sos conti, i big sono a rischio

Da oggi un mese per mettere insieme 40-45 milioni di plusvalenze per non incorrere in nuove sanzioni. Rispetto allo scorso anno sarà più difficile difendere il parco giocatori
Inter: sos conti, i big sono a rischio© LAPRESSE
Andrea Ramazzotti
3 min

MILANO - Sarà più difficile rispetto allo scorso anno. A meno che non ci sia il sacrificio di un big, un’eventualità che in corso Vittorio Emanuele sta iniziando a prendere quota. Esattamente come successo nel maggio-giugno 2017, l’Inter si trova a fare i conti con i paletti del Fair Play Finanziario e dovrà mettere insieme 40-45 milioni di plusvalenze per non incorrere in nuove sanzioni da parte dell’Uefa (multa e altre sanzioni sulla lista nel 2019-20). Il conto alla rovescia parte oggi, a un mese esatto dalla dead-line, e giorno dopo giorno la pressione sul cfoo Gardini, sul ds Ausilio e sul suo vice Baccin salirà.



SERVE UN’IMPRESA - Per il management nerazzurro, dunque, c’è un Everest da scalare. Un anno fa la pratica fu risolta totalizzando oltre 30 milioni di plusvalenze con gli addii di Eguelfi, Gravillon, Miangue, Caprari, Banega e Di Marco (potrebbe essere ricomprato dal Sion per 7 milioni e subito rivenduto per fare un’altra plusvalenza) ottenendo la spinta decisiva da Caprari (inserito nell’affare Skriniar) e da Banega. Non fu toccato Perisic, sul quale lo United giocava al ribasso. Adesso sarà più dura difendere i 4 top player: la partenza di uno a scelta tra Icardi, Perisic, Brozovic e Skriniar sistemerebbe la situazione (o quasi) e se l’addio fosse quello dell’argentino arriverebbe anche una bella iniezione di liquidità per il mercato. Icardi ha una clausola rescissoria da 110 milioni e l’Inter non vuole trattare: o qualche club estero la paga oppure niente. Per l'eventuale sostituzione del capitano occhi soprattutto su Dzeko. Per Brozovic e Perisic non sono arrivate offerte, mentre per Skriniar c’è solo l’imbarazzo della scelta (Barcellona, City e United). E’ a bilancio a 24 milioni e ci sono proposte superiori ai 60: la differenza guarda caso è la cifra che più o meno serve per mettere a posto i conti con la Uefa, fermo restando che l’Inter valuta lo slovacco (che ogni giorno ribadisce il suo desiderio di restare) quanto Van Dijk ovvero 80 milioni.

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