© APSAN DIEGO - Due colpi. Due, non uno. Una punta esterna e un regista. Pallotta ha fatto showdown nell’ultima intervista radiofonica, svelando le strategie per il piano di rafforzamento della Roma. Di Nzonzi, che ieri era a Boston, parliamo a parte. Sul fronte attaccanti invece c’è ancora una certa confusione, non nelle intenzioni di Monchi che anzi aveva chiuso per Malcom, quanto per la selezione della giusta alternativa.
REGGAE - Ieri, nel borsino della ricerca, è salito improvvisamente al primo posto il nome di Leon Bailey, attaccante giamaicano del Bayer Leverkusen. Mancino, come vuole Di Francesco, e appartenente alla solita classe di talenti: è nato nel 1997 come Malcom, Chiesa, Ünder. E Neres. Sì, proprio il brasiliano dell’Ajax che non è affatto sparito dal database di Monchi. Solo che la richiesta di 50 milioni ha momentaneamente sospeso ogni negoziazione. Lo stesso motivo ha impedito alla Roma di approcciare Pulisic, l’americano del Borussia Dortmund, che è addirittura più giovane (1998). Il prezzo non era abbordabile.
CONTATTO - Tornando a Bailey, ieri il ds del Leverkusen Jonas Boldt ha escluso l’esistenza di una trattativa: «Sono solo voci». Ma le voci si stanno facendo insistenti a maggior ragione dopo che Sirius XM, la radio di riferimento di Pallotta, ha pubblicato la notizia su Twitter dell’imminente trasferimento. Due giorni fa il padre adottivo, Craig Butler, che gli fa anche da manager, ha assicurato di «non essere stato chiamato dalla Roma ma sarebbe un onore essere scelti». E ha detto la verità, perché la telefonata è arrivata nelle ultime ore dopo che un intermediario ha facilitato il contatto. Resta da convincere il Bayer Leverkusen che per il suo gioiellino ha chiesto cifre spaventose ad Arsenal e Chelsea.
Leggi l'articolo completo sull'edizione odierna del Corriere dello Sport-Stadio