Napoli, il San Paolo prova a convincere Cavani

Martedì la sfida di Champions col Psg e il grande ritorno: uno stadio intero riabbraccerà il Matador
Napoli, il San Paolo prova a convincere Cavani© AFPS
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NAPOLI – Al centro di una rotatoria a due passi dal Lago d’Averno, secondo la mitologia greca e romana porta dell’Oltretomba e regno di Plutone, resiste una targa: “Rotonda Cavani-Principato di Lucrino”. Sì, l’omaggio istituzionale del popolo di questa frazione del Comune di Pozzuoli, un tempo fieri concittadini del Matador, è ancora lì: i politici discutono della possibilità di cambiare l’intestazione già da un po’, considerando che dal suo addio sono trascorsi quasi cinque anni, mentre non cambia mai la speranza della gente: rivedere Edi con la maglia del Napoli. E martedì, in occasione della seconda sfida di Champions con il Psg, il San Paolo glielo farà capire meglio con il cuore in gola. I

BRIVIDI. E allora, la grande attesa: di Edinson, che freme all’idea di riabbracciare i suoi tifosi dopo i fischi e la rabbia del primo ritorno in città, in occasione dell’amichevole con il Paris giocata l’11 agosto 2014, e poi dei napoletani. Letteralmente impazzita sin dall’estate dinanzi alla prospettiva di rivedere Edi in squadra: a guidare l’assalto alla Juve e all’Europa, per intenderci, e non soltanto per una notte da avversario. Sì, il San Paolo è pronto a esplodere e a mischiare sentimenti: i cinquantamila trascineranno gli azzurri, è ovvio, ma dedicheranno amore e affetto anche a lui, al Matador. E sia chiaro: dai brividi che solcheranno la sua pelle charrua, di fiero nativo uruguaiano mai domo, potrebbe dipendere una bella fetta di futuro.

TIFOSI IMPRENDITORI. Edi, però, sa perfettamente cos'è accaduto tra giugno e agosto, dopo lo sbarco di Cristiano alla Juve: la reazione popolare fu invocare la risposta del Napoli con il colpo-Cavani. Via social e a mezzo striscioni. Un bis che De Laurentiis smorzò presto per questioni di stipendio: «Sono io il vostro Matador», disse a Dimaro, in ritiro, rispondendo alle richieste incessanti. «Per parlarne deve ridursi l’ingaggio». Concetto chiaro. Ma le logiche imprenditoriali, assolutamente legittime, non sono riuscite a spegnere i sogni: Napoli ci crede ancora. E se alla fine accadrà, beh, sarà il primo caso di un affare chiuso anche dai tifosi. 


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