Roma, contattato Paulo Sousa e non solo: tutti i nomi in ballo

L'ex tecnico viola, raggiunto da Baldini dopo il Bologna, è disponibile. Ma si ripropone il vecchio pallino: Blanc. Spunta anche un'altra ipotesi suggestiva. Conte resterà un sogno
Roma, contattato Paulo Sousa e non solo: tutti i nomi in ballo© EPA

Forse è esagerato affermare che la Roma non abbia cambiato allenatore solo per mancanza di alternative idonee. Perché la fiducia nei confronti di Eusebio Di Francesco, almeno da parte di Monchi, è autentica e non ha ancora vacillato. Ma è evidente che se Pallotta avesse potuto ingaggiare Antonio Conte, non avrebbe esitato a convincere Monchi dell’opportunità.

SCREENING - Conte rimarrà un sogno da social network, una richiesta di pancia da tifoso stremato, mentre la realtà offre un panorama composito di professionisti disponibili, alcuni anche bravi, che però potrebbero non soddisfare i requisiti della Roma per ragioni economiche, caratteriali o semplicemente tecniche. I problemi sono due: serve un allenatore che possa garantire la sterzata in corso d’opera, come fece Spalletti nel primo semestre del 2016, dunque abbastanza avvezzo al calcio italiano, e che non chieda la luna, non solo in termini di stipendio ma anche di progettualità.

IN POLE - Il giusto compromesso sarebbe quindi Paulo Sousa. Conosce bene il calcio italiano, avendo allenato la Fiorentina dopo il passato trionfale da calciatore della Juventus, e accetterebbe di rimettersi in gioco anche per sei mesi con opzione di rinnovo in caso di raggiungimento della Champions League. Franco Baldini lo ha contattato a settembre, nel momento critico successivo a Bologna-Roma, ottenendo la sua disponibilità. Lo stesso Paulo Sousa, nell’intervista promozionale che Di Francesco non ha gradito, si è quasi candidato alla successione. Ci sono dunque tutte le premesse per un accordo. Ma occhio alle sorprese, perché questo nome non convince tutte le anime del club.


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FRANCIA - In corsa è segnalato anche Laurent Blanc, che pochi giorni fa in Francia ha partecipato a una cena tra i campioni del mondo del 1998 alla quale ha preso parte Vincent Candela, oggi collaboratore della Roma. Era stato sondato già nel febbraio del 2012, come possibile sostituto di Zeman, ma aveva cortesemente declinato l’offerta. Oggi la risposta potrebbe essere diversa. Blanc è un altro conoscitore del calcio italiano, visto il passato da libero di Napoli e Inter, e ha una voglia enorme di tornare in pista dopo l’addio al Paris Saint-Germain, ormai più di due anni fa. Per profilo e personalità risponde all’identikit dell’allenatore adatto. Ma difficilmente accetterebbe un contratto breve. Ed è un discorso applicabile anche a un’altra interessante ipotesi, il portoghese Leonardo Jardim, che ha rotto recentemente con il Monaco dopo anni ruggenti in Francia e in Europa in cui ha saputo lanciare un fenomeno come Mbappé e altri giovani di livello internazionale. Jardim piace molto anche a Monchi. Però ha il difetto, oltre alla richieste contrattuali, di non avere esperienza di Serie A. Per una società che ha un’esigenza ineliminabile di riacchiappare il quarto posto, per giocare in Champions e non compromettere i piani industriali, affidarsi a uno straniero che neppure parla la lingua può essere rischioso. [...]

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Forse è esagerato affermare che la Roma non abbia cambiato allenatore solo per mancanza di alternative idonee. Perché la fiducia nei confronti di Eusebio Di Francesco, almeno da parte di Monchi, è autentica e non ha ancora vacillato. Ma è evidente che se Pallotta avesse potuto ingaggiare Antonio Conte, non avrebbe esitato a convincere Monchi dell’opportunità.

SCREENING - Conte rimarrà un sogno da social network, una richiesta di pancia da tifoso stremato, mentre la realtà offre un panorama composito di professionisti disponibili, alcuni anche bravi, che però potrebbero non soddisfare i requisiti della Roma per ragioni economiche, caratteriali o semplicemente tecniche. I problemi sono due: serve un allenatore che possa garantire la sterzata in corso d’opera, come fece Spalletti nel primo semestre del 2016, dunque abbastanza avvezzo al calcio italiano, e che non chieda la luna, non solo in termini di stipendio ma anche di progettualità.

IN POLE - Il giusto compromesso sarebbe quindi Paulo Sousa. Conosce bene il calcio italiano, avendo allenato la Fiorentina dopo il passato trionfale da calciatore della Juventus, e accetterebbe di rimettersi in gioco anche per sei mesi con opzione di rinnovo in caso di raggiungimento della Champions League. Franco Baldini lo ha contattato a settembre, nel momento critico successivo a Bologna-Roma, ottenendo la sua disponibilità. Lo stesso Paulo Sousa, nell’intervista promozionale che Di Francesco non ha gradito, si è quasi candidato alla successione. Ci sono dunque tutte le premesse per un accordo. Ma occhio alle sorprese, perché questo nome non convince tutte le anime del club.


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