Gazzoni: «Calciopoli il mio incubo. Ma ora mi risarciranno»

L’ex patron del Bologna sul verdetto della Cassazione: «Noi vittime. La corruzione nel calcio? Fisiologica...»
Furio Zara
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ROMA - Giuseppe Gazzoni Frascara all’epoca di Calciopoli era proprietario del Bologna. Dopo la retrocessione in B, cedette il club. Per anni ha continuato a denunciare reati e storture di quel periodo. E’ rientrato nel calcio solo da qualche mese, quando ha accettato l’offerta della nuova società «americanadese». Oggi, che va verso gli ottant’anni, è presidente onorario del club rossoblù.

Dottor Gazzoni, cosa è stata per lei Calciopoli?
«Un incubo».

Per il nostro calcio è servita a qualcosa?
«A normalizzare una situazione compromessa. E a vincere un Mondiale, perché è stato il cemento su cui la Nazionale ha costruito la vittoria in Germania».

Lei come giudica la sentenza?
«Giusta, corretta. Aspetto di leggere le motivazioni, io ormai non ho più interessi diretti, ma Victoria 2000, all’epoca la finanziaria del club, farà la sua parte. I danni ci sono, e sono tantissimi, morali e societari. Una retrocessione ti ammazza, noi siamo pronti per il risarcimento in sede civile».

Quantificabile in quanto? Si parla di trentacinque-quaranta milioni.
«Non lo so ancora, lo capiremo».

Luciano Moggi ha definito il verdetto «uno scherzo». Che ne pensa?
«E’ una battuta, nel suo stile. Moggi è sempre stato veloce di parole e di fatti. Questa sua causticità l’ha rovinato. Pensava di essere il padrone impunito del calcio».

Vi siete più incrociati in questi nove anni?
«Una volta, a “Porta a porta”. Mi disse che il calcio non era il mio mondo. Uno strafottente...Lo conoscevo già da prima, quando c’era Agnelli, intendo l’Avvocato. Lui lo definiva un male indispensabile».

L’arbitro De Santis dice che l’unico a pagare alla fine è lui.
«Intanto la condanna è anche risarcire. E comunque qui c’è qualcuno che ha commesso dei reati. Non gli hanno mica tolto la libertà, per lui la condanna è stata quella di non poter più fare il suo mestiere, mi sembra il minimo...».

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