Platini attacca Blatter: «Spero che la Fifa cambi»

Il presidente della Uefa: «Fair Play finanziario grande successo, i debiti dei club sono scesi da 1,7 mld a 800 milioni di euro. E tutte le società mi hanno chiesto di adottarlo»
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ROMA - «Il Financial Fair Play me l'hanno chiesto TUTTI i club europei. E adesso le perdite del calcio europeo non sono 1,7 miliardi ma 800 milioni. Oggi stiamo provando a portare nel calcio europeo strutture per evitare il fallimento dei club e per proteggere il calcio per il bene dei tifosi». Parole e musica del presidente della Uefa Michel Platini, che promuove a pieni voti il FFP e lo invoca come unico mezzo per evitare disastri come quello che sta avvenendo a Parma, perché resti un episodio isolato e non sia solo la punta dell'iceberg di un tracollo a cascata di tante realtà. È quanto ha dichiarato il numero uno del calcio europeo rispondendo alle tante domande a lui poste in un'intervista video a Uefa.com, nella quale ha parlato anche della crescita del calcio europeo difendendo la scelta di puntare all'apertura a tanti paesi piuttosto che una chiusura per elevare il livello tecnico delle competizioni, e del futuro da difendere attaccando la violenza e il razzismo che minano lo spettacolo dello sport più bello del mondo. Tra le domande, anche quelle di Iker Casillas, Laurent Blanc e Gianluigi Buffon e quella sulle elezioni Fifa, nelle quali Le Roi non disdegna di piazzare una stoccata a Blatter: «Ci sono quattro candidati, io mi auguro che qualcosa cambi per il bene del calcio». Di seguito il testo integrale.

Per che cosa è utile il financial fair play?
«Allora: il Financial Fair Play, per essere chiari, era voluto da tutti i club europei, TUTTI i club europei. Tutti i proprietari dei club, sono venuti un giorno per dirmi: Michel, non è possibile pagare così tanti soldi, bisogna fare qualcosa. E allora abbiamo deciso di introdurre il Financial Fair Play, il cui principio fondamentale è: non si possono spendere più soldi di quelli che si generano. Credo sia la stessa cosa nella vita normale. E adesso le perdite del calcio europeo non sono 1,7 miliardi ma 800 milioni. E possiamo dire che oggi stiamo provando a portare nel calcio europeo strutture per evitare il fallimento dei club e per proteggere il calcio per il bene dei tifosi. Ciò significa che abbiamo raggiunto un grande traguardo con il Financial Fair Play, e che possiamo esserne orgogliosi».

Come sarà il calcio tra 5 anni?
«E' una bella domanda. Credo che abbiamo cambiato delle regole per migliorarlo, ma adesso dobbiamo affrontare dei problemi: il comportamento dei calciatori e il comportamento dei tifosi. Il comportamento dei calciatori sul campo, credo che a molta gente non piaccia come vanno a parlare con gli arbitri, o quando simulano, o... a volte il loro comportamento non è buono, e a molta gente non piace il calcio per questo. E bisogna guardare anche al comportamento dei tifosi. Anche se è più facile lavorare sul comportamento dei giocatori piuttosto che su quello dei tifosi. Ma bisogna essere più tolleranti. Dobbiamo lavorare contro le discriminazioni, dobbiamo lavorare contro il razzismo, dobbiamo lavorare contro la violenza nel mondo. Riuscire a portare molti valori positivi, perché questo è lo sport più bello del mondo e il più seguito al mondo, ecco questo sarebbe il sogno più bello per i prossimi cinque anni».

Vorrei sapere che cosa rende la Champions League così speciale per lei.
«Per me è speciale perché... è una coppa con grande tradizione, la migliore coppa in Europa con i migliori giocatori e i migliori allenatori in Europa. E' iniziata nel 1956 con la prima vittoria del Real Madrid e poi c'è tutta la grandissima storia di ciò che è stato il calcio europeo. E' sempre la più importante competizione in Europa, quella che tutti i giocatori sognano di vincere, e che tutti gli appassionati vogliono seguire».

Non pensa che il livello della UEFA Champions League e della UEFA Europa League si innalzerebbe riducendo il numero di squadre partecipanti? Sono davvero così tanti i club europei preparati a disputare queste competizioni in termini finanziari e sportivi?
  «E’ una buona domanda. Non c’è una risposta facile, ma è una buona domanda. Devi sapere che il mio lavoro non consiste solo nel creare una grande Champions League, ma anche nel far crescere il calcio in tutta Europa e ridurre il numero di squadre in Europa significherebbe impedire a molti paesi di crescere calcisticamente. Se non permettessimo ai piccoli club, come li definisci tu, di disputare la Champions League, questi club non riceverebbero ma i soldi della Champions League, le grandi squadre ne otterrebbero di più e gli altri non otterrebbero niente. Questi soldi possono aiutare molti campionati a crescere, in tutta Europa. E questo è il compito del Presidente UEFA: far crescere il calcio in Europa».  

  Molte giocatrici sognano di disputare la Women’s Champions League. Molti club però stanno vivendo momenti difficili a livello economico. Mi chiedevo se ci fosse la possibilità di aumentare i premi in denaro per il Calcio Femminile e per la Champions League in particolare.
«Prima di tutto vorrei dire che per me e per la UEFA il calcio femminile è molto importante, perché so che i primi passi del calcio femminile, 40 anni fa, furono tutt’altro che semplici. In ogni caso, ora la qualità del calcio femminile è eccellente. So che il livello di investimenti nel calcio femminile non è quello ideale. Stiamo facendo del nostro meglio per innalzare la popolarità del calcio femminile in Europa e, naturalmente, per regalargli insieme alla popolarità anche un po’ più di denaro. Le maggiori entrate verranno condivise con tutte le squadre partecipanti e con tutti i club protagonisti in Women’s Champions League. Devi avere fiducia nella UEFA, miglioreremo il calcio femminile attraverso lo sviluppo e l’aumento di giovani calciatrici».

IKER CASILLAS
Signor Presidente, le vorrei chiedere se le manca il calcio e se le piacciono i format di Euro e della Coppa dei Campioni. Prima erano diversi.
«Iker, è sempre un piacere vederti in TV. Di solito quando ti incontro è per consegnarti una coppa, perché te ne consegno molte di coppe. Sono molto felice dell'aumento del numero delle squadre partecipanti a Euro, ma non è stata una decisione facile da prendere nel 2010, perché in quel momento bisognava capire se la qualità del calcio sarebbe stata la stessa con 24 squadre. Ma dopo un'approfondita riflessione, dopo Euro 2008, abbiamo capito di poter avere 24 buone squadre a Euro. E' anche un grande vantaggio per le città che ospiteranno Euro, perché potranno avere più di tre partite; e sai che quando devi investire per uno stadio in una città, devi spendere tanti soldi solo per tre partite. Adesso avremo 4-5 partite per città in Francia al prossimo Euro. E non dimenticare una cosa: si tratta di un grande progresso per la crescita del calcio in Europa, e, con la partecipazione di altre otto nazioni, ci sarà un aumento delle sponsorizzazioni, dei diritti TV, della passione per questo sport. Molte squadre non hanno mai partecipato a una grande competizione, e... partecipano in altri sport, ma questa sarà una grande opportunità per far sviluppare il calcio nel loro paese».

ANDRIY YARMOLENKO
Signor Platini, per chi farà il tifo durante EURO 2016 in Francia?

«Ovviamente farò il tifo per tutte le squadre».

Qual è la sua opinione sui tre nuovi candidati alle elezioni FIFA? Grazie.
«Penso sia una bella opportunità per aprire un dibattito democratico nel mondo del calcio e la FIFA ha bisogno di nuove idee, di un nuovo programma. Non ci saranno tre candidati, ce ne saranno quattro. Vediamo che cosa succede, vediamo i programmi dei quattro candidati. Ma credo che sia importante per il calcio che ci siano dei cambiamenti alla FIFA».

Perché non si è candidato per la FIFA, e perché ha deciso di restare alla UEFA?
«Non è stata una scelta facile. Ma ho deciso di restare dove mi sento bene. E' stata una mia scelta. Non ho deciso di non andare alla FIFA, ho deciso di restare alla UEFA; è completamente diverso. E sono molto felice, mi sento molto felice, forse per me non era il momento giusto per andare alla FIFA, vedremo un giorno se andrò o meno. Ma la scelta del mio cuore, la scelta della mia vita è stata quella di restare alla UEFA perché abbiamo tante cose da fare in Europa».

LAURENT BLANC
Ciao Michel. Pensi di poter lavorare su una riflessione comune, insieme alle persone della FIFA, sui problemi portati dal calcio moderno – specialmente per quanto riguarda la proprietà dei cartellini da parte di terzi, una situazione dei calciatori che può diventare molto difficile da gestire per un allenatore. Stai seguendo questo problema? Stai andando nella giusta direzione? O è sempre più difficile perché alcune persone vogliono che questi problemi restino in quanto vanno a loro vantaggio? Grazie e arrivederci.
«Grazie Lolo per questa domanda. Non è una domanda complicata. Ho messo tanta pressione sulla FIFA per fermare la proprietà dei cartellini da parte di terzi. Durante l'ultimo Comitato Esecutivo FIFA, la FIFA ha accettato di fermare completamente questa pratica. Nel 1972 sono andato in sciopero per la libertà dei calciatori, è qualcosa che è dentro di me. Oggi è una vergogna vedere calciatori il cui braccio appartiene a una persona, la cui gamba appartiene a un fondo pensionistico di chissà dove, e con una terza persona proprietaria del suo piede… Penso sia una vergogna, stiamo parlando di un tipo di schiavitù che appartiene al passato. Tutti guadagnano denaro in trasferimenti del genere, e mentre cerchiamo di trovare fondi da investire nel calcio, quel denaro va nelle tasche di non si sa chi e non si sa dove. E' arrivato il momento in cui il mondo del calcio deve svegliarsi, che il denaro che arriva al calcio resti nel calcio e che non vada a destra o a sinistra, o chissà dove. Quindi questa è una bella domanda, Lolo. Ho messo la FIFA di fronte alle sue responsabilità e loro si sono assunti questa responsabilità, ma bisogna lavorare di più su questo punto».

GIANUIGI BUFFON
To UEFA President, Michel Platini, a great hero in the history of the “bianconeri”, I just wanted to ask you a question and make a comment. As he was a player he understands well our needs, and I ask myself how it could be that when setting up a match calendar, as happened to us for example at EURO 2012, you don’t give more time to teams that make it into the final to prepare and recover better, which would thus produce a better spectacle, and thus the final would be better, I think. That’s all. Ciao ciao.
«E' una bella domanda Gigi. E complimenti per quanto stai facendo. E' un argomento più vasto. Non penso riguardi solo la finale; potremmo parlarne anche per le semifinali allora. Ho giocato tre Mondiali e un EURO, quindi posso dire che non si tratta del tempo ma della condizione generale della squadra. Se sei in buone condizioni, puoi sentirti bene dopo tre giorni. Se non sei in buone condizioni, non ti senti bene nemmeno dopo tre giorni».

Ciao Michel. Qual è il più grande luogo comune su di lei e perché?

«E' una bella domanda. Credo che la gente in Europa, o nel mondo, creda che prenda le mie decisioni da solo. Ma dovete capire una cosa, Sono molto democratico e molto trasparente, e non prendo mai decisioni da solo senza il sostegno del Comitato Esecutivo o insieme al Congresso della UEFA. Ascolto tutti molto attentamente e poi prendo le mie decisioni, quando è necessario prendere decisioni, sempre per il bene dello sport, per il bene del calcio. Non penso di essere una persona dispotica».

Signor Platini, quali sono i suoi piani per il resto del decennio? Cosa vuole ottenere e come è riuscito a passare con successo dalla carriera di calciatore a quella politica? Come è riuscito a essere così costante?
«Un decennio è un periodo molto lungo per il calcio moderno. Quando ero calciatore ho sempre cercato di difendere questo sport, di difendere principi come “possiamo giocare a calcio” o “possiamo goderci il calcio” o “possiamo amare il calcio”. E ho sempre seguito questa filosofia da quando ero calciatore ad oggi che sono nell'amministrazione del calcio. Proteggere il calcio è la cosa più importante per me. Sai che la gente passa, i giocatori passano, gli amministratori passano, ma il gioco resta sempre il gioco. Il mio lavoro è quello di difendere questo bellissimo sport per le generazioni future».


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