Voeller: «Roma, ti basta lo scudetto?»

Il tedesco in redazione: «La squadra è fortissima e stavolta può farcela. Il mio Bayer invece si accontenta di un pareggio per passare in Champions»
Guido D’Ubaldo e Roberto Maida
4 min

ROMA - «Mamma mia, che giornata. Come al solito il tempo è bello qui». Rudi Völler guarda il cielo romano con un pizzico di sana nostalgia. Roma è la città di sua moglie Sabrina («che però ora parla benissimo il tedesco...») ed è il posto dove da calciatore è stato amato di più. Non ha vinto scudetti, ha dovuto trasferirsi al Marsiglia per sollevare la Coppa dei Campioni («con Boksic, un fenomeno»), ma il legame che ha stabilito con la Roma in cinque stagioni strane e intense non ha avuto eguali, né prima né dopo. Tanto da spingerlo a tornare in uno sfortunato mese da allenatore: nel 2004, quando Prandelli aveva lasciato la panchina per stare vicino alla moglie malata, subì la tentazione. E se ne pentì, in tempo per dimostrarsi ancora una volta un romanista: «In quel momento era giusto mollare».

Ieri, prima di una partita speciale, Völler ci ha fatto visita in redazione per parlare di presente e passato, in un andirivieni di ricordi e progetti che ha lasciato correre volentieri, inarrestabili. Come era lui, «Vola tedesco vola», il leader di una Roma piccola ma testarda. Porta lo stemma del Bayer Leverkusen sulla giacca ma proprio da quella parte, all’altezza del cuore, le emozioni percorrono la vita in libertà. Völler non è un avversario qualunque per la Roma. Anzi, non è proprio un avversario. 

Ci racconti quest’emozione, Rudi.

«E’ particolare. E strana. Due volte all’Olimpico in poche settimane, prima con la Lazio e poi con la Roma. E’ stato un bel momento, il playoff di Champions League, ma lasciatemi dire una cosa ora che l’ho vinto».

Cosa?

«Non dovrebbero affrontarsi ad agosto due squadre di campionati così importanti. Si lotta per una stagione intera per questo obiettivo, poi basta una partita sbagliata e sei fuori. Non è giusto, andrebbe cambiato il regolamento».

VIDEO - VOELLER: "DZEKO FARA' MOLTI GOL -

Contro la Roma è uno spareggio per la qualificazione.

«Non è sorprendente. Già nel giorno dei sorteggi avevamo capito che la lotta per il secondo posto sarebbe stata tra noi e loro, perché il Barcellona è fuori concorso».

Si accontenterebbe di un pari? (fa una smorfia)

«Sì, perché no. Per il Bayer sarebbe un buon risultato. La Roma è una grande squadra e lo ha dimostrato nella partita d’andata».

L’altro Rudi, Garcia, è tornato da Leverkusen con tanti rimpianti.

«Una partita pazza. Se sul 2-0 avessero chiesto alla Roma di firmare il 2-2, chiunque avrebbe accettato. Invece poi siamo stati noi a recuperare».

Garcia assomiglia al suo Schmidt?

«Sicuramente. Sono due tecnici che amano giocare a pallone e vanno all’attacco. Il 4-4 che ne è uscito lo dimostra».

E a proposito di duelli: tira meglio le punizioni Pjanic o il suo Calanhoglu?

«Al momento Pjanic. Ma mi auguro che Hakan ne abbia in serbo una per questa partita. Glielo dico spesso in allenamento: lui ha le qualità per essere decisivo».

Cosa pensa del campionato italiano? (guarda il nostro giornale sul tavolo)

«Leggendo la classifica, c’è grande equilibrio. E’ divertente. Da noi non è così, visto che il Bayern costringe a giocare per il secondo posto. No chance per gli altri, ti distruggono. Il Bayern non è la squadra più forte di Germania, è la squadra più forte d’Europa».

Leggi l’articolo completo sul Corriere dello Sport-Stadio in edicola

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA