Bayern, Ancelotti: «Verratti-Barcellona? Voleva solo migliorare il contratto»

Alla vigilia della sfida di Champions con il Psg l'allenatore parla dell'estate dell'azzurro: «Non mi piacciono certi comportamenti»
Bayern, Ancelotti: «Verratti-Barcellona? Voleva solo migliorare il contratto»
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ROMA -  Mercoledì al Parco dei Principi andrà in scena Paris Saint Germain-Bayern Monaco, una delle gare più attese di questa fase a gironi della Champions League. Una sfida particolare soprattutto per Carlo Ancelotti che ha allenato a Parigi nella stagione 2012-2013. Il tecnico italiano ha raccontato le sue sensazioni della vigilia al quotidiano «Le Figaro» e ha parlato dell'estate travagliata di Marco Verratti, che lui volle assolutamente a Parigi nel 2012. Quando chiedono ad Ancelotti se capisce il desiderio dell'azzurro di andare al Barcellona, la risposta è secca: «Non mi piacciono quelle cose, quel tipo di comportamento. Durante la finestra di mercato, molti giocatori vogliono andarsene, ma non so se vogliono davvero lasciare il club o solo migliorare il loro contratto. Verratti? Voleva migliorare il suo contratto. Lo conosco (ride, ndr)».

L'EMOZIONE - Ancelotti ha parlato anche dell'emozione di tornare a Parigi da avversario: «Sono eccitato. Troverò un Paris Saint-Germain che è cambiato molto da quando sono partito nel 2013. Il club è migliorato, ha più esperienza, ha fatto molti investimenti. Ora è un grande club. Sono felice di vedere il Parco dei Principi, i tifosi, e giocatori come Thiago Silva, Rabiot, Motta, Verratti e Pastore. Avevamo un buon rapporto, mi mancano. Sono sempre in contatto anche con il presidente Nasser al-Khelaifi».

IL CONFRONTO - Inevitabile poi una domanda sulle differenze tra Paris Saint Germain e Bayern: «Con Neymar e Mbappé, il Psg cerca un'identità. Al Bayern è la linea è stata tracciata da anni, l'identità è chiara. Questo non è ancora il caso del PSG che però è già al livello delle migliori. Quando acquisti giocatori a questo prezzo e questo livello, devi avere tempo per inserirli e loro devono entrare nella mentalità della squadra. Questa è la loro sfida. Spaventato dal loro attacco? No, non ho paura ma rispetto. Questa formazione è migliorata notevolmente e il loro attacco non ha  nulla da invidiare a Bayern, Real o Barcellona. È dello stesso livello. E poi ci sono anche altri giocatori forti, il valore del Psg non si limita solo ai tre attaccanti». Da sottolineare anche la battuta sulla pressione di dover far bene a tutti i costi in una grande squadra come il Bayern: «Qui non avverto pressioni perché non leggo i giornali. Sa perché? Perché non capisco il tedesco...».

 


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