Di Francesco dà lezione a Londra

Lo spettacolo di Sarri, l’intelligenza di Eusebio, le intuizioni di Allegri: il calcio italiano esce dalla due giorni di Champions con una sconfitta, quella del Napoli, che però ha fatto dire a Guardiola di aver incontrato una delle migliori squadre d’Europa
Di Francesco dà lezione a Londra© REUTERS
Alessandro Vocalelli
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ROMA - Lo spettacolo di Sarri, l’intelligenza di Di Francesco, le intuizioni di Allegri: il calcio italiano esce dalla due giorni di Champions con una sconfitta, quella del Napoli, che però ha fatto dire a Guardiola di aver incontrato una delle migliori squadre d’Europa; un pareggio, quello della Roma, che incorona Dzeko e premia il lavoro di Di Francesco; una vittoria, quella della Juve, che arriva soffrendo e viene suggellata dalla scelta finale di Douglas Costa.

Il risultato complessivamente più importante è sicuramente della Roma, che oltre ad aver strameritato in casa del Chelsea, può anche festeggiare il pareggio dell’Atletico con il Qarabag. La situazione del girone adesso sorride a Di Francesco, che si merita un grandissimo applauso non solo per il 3-3 finale ma anche e soprattutto per come ha imposto il suo gioco, dominando, allo Stamford Bridge. Una Roma formidabile per capacità di tenere il campo, intensità, coraggio, malgrado si sia presentata in campo con una squadra molto simile a quella dello scorso anno, con Kolarov in più ma… senza Manolas, Rudiger e Salah. In attesa dei gioielli, Karsdorp e Schick, è stato bravissimo Di Francesco a tenere compatto il gruppo, esaltando quel centravanti fantastico che è Dzeko. Uno capace di far salire la squadra, piantandosi come un compasso, di disegnare un gol pazzesco al volo e di farsi valere anche di testa tra i giganti di Conte.

Di testa è arrivato anche il gol di Mandzukic, che ha timbrato un successo di grande carattere: quello che in fondo serviva dopo Bergamo e la sconfitta con la Lazio. Come dice Allegri, bisogna migliorare dal punto di vista della brillantezza e della compattezza. Ma i tre punti servono per lavorare con serenità, guardare alla qualificazione e preparare quello scatto a cui la Juve ha abituato da anni.


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