Non è da una rovesciata che si giudica un giocatore. Ma, certo, quella di ieri sera aveva (ha) qualcosa di unico e magico poiché è giunta imprevista e impeccabile in una partita pesantissima; partita nella quale la Juve ha subìto una Juve più forte di lei: poco brillante nel gioco, quasi cinica, ma resa superiore da individualità di livello assoluto: Ronaldo e poi Modric, e Marcelo, e Kroos, e Sergio Ramos.
Il risultato l’ha composto il campione bionico: CR7 è la sua sintesi-sigla. Credo che si tratti del più grande calciatore costruito in laboratorio di tutti i tempi; Maradona resterà per sempre il leader della categoria “naturali e istintivi”; subito dietro, Messi e Cruijff. L’unità di misura di Ronaldo sono giustamente i numeri (da record), quella di Maradona e Messi le vertigini, gli incantamenti.
Gli scatti fotografici in cui Ronaldo ringrazia il pubblico dello Juventus Stadium ci mostrano l’avatar, l'uomo-copertina da Fifa18, l’atleta strutturalmente insuperabile, dalla tecnica affinata col lavoro, preciso nelle battute e nei movimenti che ripete quasi ossessivamente ma che gli avversari riescono di rado a limitare.
Ricordo spesso le parole di Ancelotti che l’ha allenato: «Con Cristiano parti sempre da 1 a 0»: a Torino gli sono bastati meno di 3 minuti per aprire e indirizzare la partita.
Sembra un’immagine della PlayStation ma è calcio reale: CR7 ringrazia la tifoseria juventina che dopo la magia gli ha tributato un lungo, meritatissimo applauso. #JuveReal pic.twitter.com/g7K1iXr2YK
— Ivan Zazzaroni (@zazzatweet) 3 aprile 2018