Champions League, Pruzzo: «Roma-Liverpool ve la racconto io»

In attesa della semifinale di ritorno lo storico bomber giallorosso, che firmò il gol del pareggio contro i 'Reds' nella finale del 1984, parla di quella sfida e di quella che verrà
Champions League, Pruzzo: «Roma-Liverpool ve la racconto io»© ANSA
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Pruzzo che impressione le ha fatto Liverpool-Roma?
«Il contesto è stato fantastico. In quello stadio si avverte l’essenza del calcio, forse le sue origini. La partita è stata molto difficile, molto dura. Sinceramente non me l’aspettavo così complicata. È andata come è andata. Sinceramente pensavo che la Roma potesse fare meglio».

Che cosa è mancato ai giallorossi?
«Penso che loro avessero più fame, più voglia di vincere. Arrivavano quasi sempre primi sulla palla, avevano una reattività superiore. Sembravano essere più motivati».

A Salah cosa è successo? Il giocatore che abbiamo visto nella Roma era di ottimo livello ma certo per lui non si parlava di Pallone d’oro…
«È successo che lì si trova nel suo habitat naturale, è osannato dal pubblico. A Liverpool si avvertono meno pressioni di quelle che ci potevano essere alla Roma. Lui ora fa tutto con molta tranquillità, con grande serenità ed è supportato da un grande allenatore, da una squadra che gioca un tipo di calcio che gli si addice particolarmente. È ora un giocatore sicuro dei suoi mezzi».

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A proposito di Bruno Conti, è successo un casino per quella foto vostra con il medio levato. Vuole dire qualcosa?
«È stata una goliardata, veramente. Non so neanche chi si è offeso, ma se qualcuno si è offeso chiedo scusa. Per una volta sono tornato ragazzino, mi sono messo lì a fare le foto e volevo fare il simpatico. Ma io, con questa faccia che ho, non sono simpatico a nessuno».

E degli incidenti che impressione ha avuto?
«Io ho visto lo stadio dall’interno e lì è stato un vero spettacolo. Un peccato veramente che per pochi si possa rovinare una serata di sport come quella di martedì. Penso pure che questa responsabilità oggettiva delle società debba finire, sia assurda. Che c’entrano la società, l’allenatore, i giocatori, i tifosi per bene se venti teppisti si rendono responsabili di violenze assurde? Credo che l’Uefa stessa debba trovare delle soluzioni alternative. E poi bisogna individuare, prevenire. Perché se i teppisti sono schedati, conosciuti, bisogna intervenire prima, metterli in condizione di non far male agli altri e alla propria squadra».

 


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