Liverpool-Napoli, Benitez: «È la notte di Insigne»

Una partita, due squadre, due tecnici. Tutto il mondo di Rafa: «L’Euro Napoli è nato con me. Ancelotti un signore che ammiro, contro di lui ho gioito e perso»
Liverpool-Napoli, Benitez: «È la notte di Insigne»© Getty Images
Antonio Giordano
3 min

NAPOLI - Quando il Liverpool non era ancora tornato ad essere una Leggenda, quando il Napoli non era arrivato - per autorevolezza e respiro internazionale - dove poi sarebbe approdato diventando il Napoli: quando il calcio, una partita, è racchiusa in una fotografia, neanche poi così tanto ingiallita, perché in fin dei conti il tempo è volato via ma ha lasciato che Rafa Benitez calasse su Anfield, in questa vigilia, con la sua eredità abbagliante. E’ un’ora e mezza e dentro c’è una visione futurista: appartiene al Liverpool e anche al Napoli e, in qualche modo, è figlia di Benitez, tra intrecci memorabili che rotolano in questo pallone «sin prisa, sin pausa».

Liverpool e Napoli: ci sono dentro otto anni di vita di Rafa Benitez.
«Sono orgoglioso di quello che sono stato in grado di conquistare con questi due club. Sono storie diverse però simili per certi versi: il Liverpool aveva un passato luminoso, aveva vinto la coppa Uefa qualche anno prima del mio arrivo, ma voleva la Champions che mancava da vent’anni. Il Napoli era reduce dalla rinascita, ho ereditato l’ottimo lavoro fatto da Mazzarri ma dovevamo fare un ulteriore step e ci siamo riusciti».

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Benitez e Ancelotti.
«Grande stima, da parte mia nei suoi confronti e da parte di Carlo con me. Non c’è modo di chiacchierare a lungo, ma ogni volta che ci vediamo alle riunioni tecniche avvertiamo entrambi l’ammirazione che abbiamo l’uno per l’altro».

Napoli è un processo di internazionalizzazione avviato con successo: una Coppa Italia e una Supercoppa, a Doha.
«La Juve è fortissima ma lo era già all’epoca. Quando incontrai a Londra De Laurentiis, Chiavelli e Bigon scoprii che c’era il desiderio di crescere. Nacque un progetto biennale, che ha avuto risultati gratificanti. E’ stato tracciato un solco che, mi sembra, sia poi stato seguito e anzi resista ancora con i Ghoulam, i Koulibaly, i Mertens, gli Albiol, i Callejon: la struttura portante di quella campagna acquisti che servì per dare un respiro più ampio a una squadra che cambiò anche metodo di gioco».

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Un uomo partita per squadra...
«Potrei dirne tanti, sia del Liverpool che del Napoli: da una parte Mané, Firmino, Sturridge; dall’altra: Callejon, Mertens, Albiol, Koulibaly. Ma lei me ne chiede uno per parte e allora scelgo: Salah e Insigne».

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