Champions League, Porto-Roma 3-1: non basta un super De Rossi

I giallorossi escono agli ottavi dopo una partita incredibile: padroni di casa avanti con Soares, pareggio di De Rossi su rigore. Nella ripresa Marega porta il match all'extra time. A decidere la qualificazione è un penalty realizzato da Telles. Bufera sull'arbitro Cakir che decide di non giudica da rigore uno sgambetto di Marega su Schick all'ultimo istante
Champions League, Porto-Roma 3-1: non basta un super De Rossi© Getty Images
Simone Zizzari
9 min

ROMA - Va fuori la Roma. Ma lo fa con onore e un carico infinito di rimpianti per un rigore incredibile non visto dall'arbitro Cakir (coadiuvato dal Var) all'ultimo istante di un match infinito. Il Porto passa ai quarti battendo per 3-1 i giallorossi. Per sbattere fuori dalla Champions questa Roma, però, sono serviti i tempi supplementari e un direttore di gara pessimo e senza il necessario carattere per valutare obiettivamente gli episodi decisivi accaduti nel secondo tempo dell'extra time. Alla squadra di Di Francesco non è bastato un cuore enorme per arginare un grande Porto che, trascinato da un extraterrestre di nome Marega, non ha rubato nulla. A segnare la sfida sono stati l'infortunio del capitano e trascinatore De Rossi (autore dell'unico gol romanista della serata) alla fine del primo tempo, l'ingenuità di Florenzi nell'occasione del rigore decisivo assegnato al Porto e le due clamorose occasioni da gol non concretizzate da Dzeko ai titoli di coda dell'appassionante match del Do Dragao. 

LE SCELTE - Di Francesco rivoluziona la Roma schierando una difesa a tre inedita per la stagione con Juan Jesus e Marcano titolari per la prima volta insieme accanto al recuperato Manolas. In avanti Zaniolo e Perotti in appoggio a Dzeko con El Shaarawy sorprendentemente fuori. Fazio addirittura in tribuna per un problema fisico.

ROMA, CHE SOFFERENZA! - Che potesse essere una gara difficile lo si sapeva fin dal triplice fischio dell'andata. Il problema è che la Roma del primo tempo ha fatto di tutto per complicarsi ancora di più del previsto la vita. La scelta di Di Francesco di affidarsi ad una inedita difesa a tre ha schiacciato ancora di più la squadra che nei primi venti minuti ha pensato solo a difendere lo striminzito vantaggio dell'andata. Un tesoretto di un gol difficile da gestire nell'inferno del Do Dragao. Il Porto, infatti, schiaccia un'avversaria troppo remissiva nella propria metà campo gestendo il possesso palla e creando più volte pericoli dalle parti di Olsen. A dettar legge sono Otavio e Corona, con il secondo autentico incubo per Karsdorp, incapace di arginarne l'energia e lo spunto sulla sinistra. L'unico a salvarsi nel pessimo inizio romanista è De Rossi, argine ultimo (e sempre lucido) degli assalti lusitani. Al fianco del capitano troppo lento ed impacciato N'Zonzi, troppo solo e confusionario Zaniolo che sull'esterno non riesce a rendere al meglio. Dzeko lotta ma nel primo tempo di palloni giocabili ne riceve zero. Nei primi 25 minuti Corona (due volte) e Telles sprecano due buone occasioni per un vantaggio che sarebbe meritato. I giallorossi si vedono solo su palle inattive ma i centimetri in più non vengono sfruttati a dovere per spaventare l'inoperoso Casillas. Il forcing lusitano, diretto con la solita lucidità da Herrera e Danilo, porta i suoi frutti al 26'. Incredibile l'errore di Manolas che perde palla a centrocampo su pressing di Marega, l'attaccante serve Telles, si sovrappone, riprende il pallone e lo mette al centro dove Soares sotto misura realizza il più facile delle marcature. E' il vantaggio dei Dragones ed è in assoluto il punto più basso della partita romanista. Da questo momento in poi, infatti, gli uomini di Di Francesco si scuotono e riescono finalmente tirare fuori la testa dalla sabbia. A prendere per mano la squadra è il solito De Rossi che al 37' dà il via all'azione che porterà al pareggio. Il capitano recupera palla a centrocampo, avanza con autorità, regge al ritorno di Danilo e allarga sulla sinistra dove Perotti è bravo a farsi stendere in area da Militao. Per l'arbitro è rigore. De Rossi si presenta sul dischetto e ha la freddezza di spiazzare Casillas per un pari che regala ossigeno ad una squadra in grande difficoltà. La gioia romanista dura poco perché la sfortuna si affaccia proprio in chiusura di tempo: De Rossi crolla a terra a centrocampo toccandosi il polpaccio e chiedendo il cambio. E' una botta psicologica incredibile per la squadra. Al suo posto entra Pellegrini

CRONACA E TABELLINO DELLA PARTITA

RIPRESA - La Roma priva del suo capitano si approccia al secondo tempo con lo stesso mood apatico della prima frazione. Inevitabile, dunque, ricominciare a soffrire. Marega è una belva e, alla faccia dell'infortunio che lo avrebbe dovuto tenere fuori per entrambi i match degli ottavi, gioca una partita a tutto campo di rara efficacia. E' proprio l'attaccante del Porto a cambiare gli equilibri del match ad inizio ripresa. Prima sfiora il gol con un diagonale che Olsen riesce a deviare in angolo, poi infila il 2-1 su un cross perfetto di Corona. Nella circostanza è ancora Karsdorp a perdersi l'esterno messicano. Di Francesco comprende che l'olandese non ce la fa più e lo sostituisce con Florenzi al 55' nel tentativo di arginare la furia lusitana sulla sinistra. Il nuovo vantaggio del Porto placa gli ardori dei padroni di casa e permette alla Roma di rifiatare. Conceicao toglie l'esausto Corona per inserire Brahimi mentre Di Francesco risponde con Cristante al posto di Marcano: la Roma passa al 4-2-3-1. Dzeko al 68' trova finalmente lo spazio per una conclusione dal limite con palla a lato. Nove minuti dopo è Brahimi a sprecare una grande chance su un errore clamoroso di posizione di Juan Jesus. La partita vive di fiammate. La più grande occasione della ripresa ce l'ha però Perotti all'82' su un regalo di Pepe che gli serve sul destro un pallone d'oro dal limite: la conclusione dell'attaccante è pessima e il pallone termina abbondantemente a lato. E' l'ultimo brivido di un match che proseguirà ai supplementari.

SUPPLEMENTARI - La storia infinita di questo match comincia con Hernani al posto di Otavio e una chance clamorosa per Marega che su cross di Telles gira benissimo ma senza riuscire ad inquadrare la porta. La difficile serata romanista si complica ancora di più quando Pellegrini alza bandiera bianca per un problema al flessore al 96'. Al suo posto Di Francesco inserisce Schick a destra nei tre davanti e Zaniolo scalato centrale sulla trequarti. La stanchezza prende il sopravvento e inesorabilmente la lucidità lascia spazio all'istinto. La Roma ne ha di più e proprio nel finale si costruisce con Dzeko due occasioni clamorose, entrambe fallite dal bosniaco. La seconda, in particolare, viene salvata sulla linea da Pepe in scivolata. Al 115' arriva però la beffa più atroce per la Roma: su un tiro cross di Maxi Pereira Florenzi tira leggermente la maglia di Fernando. L'arbitro, richiamata dal Var, va a vedere il monitor e poi assegna il rigore. Sul dischetto va Telles che spiazza Olsen per il gol qualificazione. Al 121' arriva l'ultimo brivido del match con l'arbitro Cakir che non considera da rigore un intervento da rigore di Marega su Schick. Al triplice fischio a festeggiare è il Porto. La Roma saluta la Champions con un carico infinito di amarezza e di rimpianti. 


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