Coppa Italia, pagelle Roma-Cesena: Dzeko c'è sempre, Manolas male

Nainggolan lotta, Alisson che errore. Totti si riscatta col rigore decisivo
Coppa Italia, pagelle Roma-Cesena: Dzeko c'è sempre, Manolas male© AS Roma via Getty Images

ROMA - Ecco le pagelle della Roma di Spalletti dopo la vittoria in extremis per 2-1 contro il Cesena nei quarti di finale di Coppa Italia, grazie al rigore segnato da Totti al 97'. Successo che vale i due derby di semifinale contro la Lazio.

Totti 7: I suoi tentativi di risolvere i guai della Roma da solo trovano sguardi indifferenti, questa volta. Tranne quando fa partire l’azione che sblocca il risultato. Più freddo della serata tiepida nel rigore dell’ultima chiamata.


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Nainggolan 7: Non è che la Roma si trasformi in una grande squadra quando entra, però diventa una squadra. Ormai trequartista nell’animo, interpreta il ruolo con il suo ingrediente personale, una delicatissima brutalità. Distribuisce e conclude. Indispensabile come nessuno dovrebbe essere.


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Strootman 6,5: La serata lo costringe a lasciar correre più la lingua che le gambe. Quando si districa dal groviglio sa sempre dove mettere il pallone, come sul primo gol. E dove mettersi, come sul rigore.


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Dzeko 6,5 (dal 21' pt): Presenza del tutto superflua inizialmente, per la semplice ragione che i suoi fornitori tardano a consegnargli i palloni che ha ordinato. Poi la Roma sale un minimo e qualcosa comincia a vedere. Si crea occasioni anche da solo, le sbaglia, ma alla fine segna sempre lui.


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El Shaarawy 6: Un (breve) esperimento da vice-Dzeko neppure fallito. Ma è ormai chiaro che a Roma gli attaccanti spietati non prendono casa. Allora decide di farsi rifinitore, con risultati nettamente migliori.


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Mario Rui 6: Partita stramba, piena di buoni propositi e distrazioni improvvise. Gli piacerebbe forzare le serrature sulla fascia e non pensare ad altro, però gli attaccanti del Cesena non glielo consentono.


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Spalletti (all.) 6: Squadra cucita maluccio, giocatori che pensano ad altro. Sarà un episodio, ma è l’ultimo di una lunga serie. La sua Roma pratica adesso stenta a vincere persino quando gioca male. Passa il turno e questo conta.


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Rudiger 5,5: Comincia facendo quel che s’immagina di dover fare, impostare e lanciare. Si ritrova ben presto a difendere e ne sembra sconcertato.


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Bruno Peres 5,5: Invisibile per un bel pezzo. Chiaro, uno come lui avrebbe bisogno di una squadra intorno che gli dia corda. Ne trova un po’ nel secondo tempo quando con Nainggolan cresce il ritmo.


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Paredes 5,5: Gli si chiedono essenzialmente due cose: gestire il pallone e avere idee. Al contrario, soffre il pressing e non rintraccia mai una strada sgombra. E così la costruzione resta affidata alle architetture di Totti.


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Perotti 5,5: Venti minuti ad agitarsi tra Renzetti e Perticone. Si sente la mancanza dei suoi piedi adesivi e se si è infortunato seriamente la si sentirà ancora di più.


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Alisson 5: Due parate, una fantastica e l’altra spaziale, su Rodriguez. Pareva che nel bel mezzo del nulla la Roma avesse almeno trovato un portiere fidato. Poi gli arriva un pallone docile e lui si lascia spaventare da Manolas. Si torna al via. 


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Manolas 5: Si sarà anche irritato per l’esclusione di Genova, ma ci sono altri modi di mostrare aristocratico disdegno. Mentre comanda una difesa che non c’è, Rodriguez lo salta a piedi pari. C’entra poco sulla sciocchezza di Alisson.


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Juan Jesus 5: Un guaio muscolare e viene inevitabile sacrificare lui perché la Roma possa risalire dalla scarpata in cui era precipitata nel primo tempo. Non è tutta colpa sua, però gli attaccanti del Cesena partono in verticale e trovano il vuoto.


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ROMA - Ecco le pagelle della Roma di Spalletti dopo la vittoria in extremis per 2-1 contro il Cesena nei quarti di finale di Coppa Italia, grazie al rigore segnato da Totti al 97'. Successo che vale i due derby di semifinale contro la Lazio.

Totti 7: I suoi tentativi di risolvere i guai della Roma da solo trovano sguardi indifferenti, questa volta. Tranne quando fa partire l’azione che sblocca il risultato. Più freddo della serata tiepida nel rigore dell’ultima chiamata.


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