Vi.Va. calcio, parla Pupi: «Darò il massimo»

L'esperto giocatore: «A 37 anni non è semplice, ma sarò a disposizione di squadra e allenatore»
Vi.Va. calcio, parla Pupi: «Darò il massimo»
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VIGNANELLO - Esperienza. E' quella che a trentasette anni mette in campo Antonio Pupi, centrocampista che si è rimesso in gioco con la voglia di un diciottenne, perfino a rischio e pericolo di cancellare quanto di buono fatto in passato. E lo ha fatto dimostrando di saper stare bene in mezzo al campo, unendo alla capacità di sacrificio proprio quell'esperienza necessaria e utile nel contesto di una squadra composta da giovani. La sua è un'competenza maturata con le maglie di Paradiso Viterbo e poi ancora con le divise di Pianoscarano, Corchiano, poi Canepina fino ad arrivare a un'ultima stagione disputata vincendo il campionato di seconda categoria proprio a Vignanello. Queste le sue parole: "Naturalmente non è facile e sicuramente richiede molto sacrificio. Non solo da un punto di vista fisico, ma anche e soprattutto dal punto di vista mentale. Ogni allenamento è portato avanti con la massima concentrazione e ci si mette a disposizione del gruppo e del mister pur con la consapevolezza che ai nastri di partenza del campionato l'anziano non sarà sicuramente la prima scelta".

OBIETTIVI - "Al calcio, che rappresenta una parte importante della mia vita e che mi ha dato tanto, sento ancora di dover dare tanto. Per questo più che rimettermi in gioco direi che ho tanta voglia di giocare a pallone e, soprattutto, di giocare per vincere. Mi sono documentato sul significato delle parola “samurai”, che nell'immaginario comune è stato sempre visto solamente come un grande guerriero. In realtà significa “servitore”, perché secondo i maestri orientali non c'è arte più nobile e difficile di quella legata al servire gli altri. Ebbene, spero di tornare a essere un buon servitore della mia squadra, dando il massimo in allenamento e ogni volta il mister ritenga opportuno chiamarmi in causa. Io e i giovani? Il calcio non è una competizione come quella dei centometristi, dove la performance atletica è la sola cosa che conta. Nel calcio bisogna saper correre e interpretare nel giusto modo i diversi momenti della partita. La mia esperienza mi dice che le partite si vincono sempre in quei quindici-venti minuti di difficoltà che fisiologicamente ogni squadra attraversa. L'esperienza aiuta a interpretare quei momenti"

SPOGLIATOIO - "Lo spogliatoio è fondamentale per poter essere una squadra vincente. Si vince e si perde tutti, nessuno escluso. Molto dipende da chi ha più esperienza nel tenere unita la squadra. L'armonia di uno spogliatoio determina in maniera fondamentale l'inerzia di un intero campionato. Sogni? Chi non vive di sogni è perduto. Se sono tornato a giocare è sicuramente per vincere. Futuro da allenatore? Non lo so, tutto è possibile” Per ora cerco solo di vivere il presente da calciatore al meglio delle mie capacità". 


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