Città di Montecompatri, Tulletti: «C'è fiducia»

Il centrocampista: «La presenza della coppia di tecnici Maiolatesi-Brunetti è un lusso per la categoria»
Città di Montecompatri, Tulletti: «C'è fiducia»
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ROMA - Il Città di Montecompatri ha disputato l’ennesima amichevole contro una squadra di categoria superiore. E’ accaduto sabato, sul campo di casa, contro il Colle di Fuori che solo alla lunga ha fatto pesare la categoria di differenza. «Ma la squadra, anche stavolta, ha tenuto bene il campo nel primo tempo – sottolinea il centrocampista centrale classe 1982 Armando Tulletti, uno degli elementi di maggiore personalità del gruppo biancoverde -, poi nella ripresa abbiamo sicuramente pagato una certa stanchezza dovuta ai carichi di preparazione molto intensi dei mister Cesare Maiolatesi e Fabrizio Brunetti e il Colle di Fuori è uscito alla distanza».

FUTURO POSITIVO - L’esperto centrocampista, comunque, è fiducioso sulle prospettive stagionali del Città di Montecompatri. «Siamo ripartiti dalla base del gruppo che ha fatto bene nella passata stagione e la società è riuscita ad aggiungere alcuni elementi che ci potranno dare sicuramente una mano nel corso del campionato. E’ sempre difficile fare pronostici a questi livelli perché sappiamo poco delle squadra avversarie, a maggior ragione quest’anno che siamo stati inseriti in un raggruppamento diverso dal solito, ma io sono fiducioso».

SUGLI ALLENATORI - Tulletti, che aveva già giocato a Monte Compatri in precedenza, spiega i motivi che lo hanno spinto a rimanere anche quest’anno. «La presenza della coppia di tecnici Maiolatesi-Brunetti è stata decisiva: io sto con loro da cinque anni e posso assicurare che in questa categoria rappresentano un lusso. Inoltre si è formato un bel gruppo e un buon equilibrio con il club, l’ambiente è sereno e la società ci dà la possibilità di giocare in una struttura molto bella». Se con Maiolatesi e Brunetti il binomio dura da tempo, è praticamente inscindibile quello col fratello minore Alessio. «Da quando lui ha cominciato a giocare con le prime squadre, ci siamo separati solo per quattro mesi e ormai da dodici anni condividiamo tutte le avventure calcistiche. Crescendo è divenuto più impulsivo e in campo devo tenerlo d’occhio – sorride Armando -, ma è ovvio che mi fa un immenso piacere poter giocare assieme a lui nello stesso club».


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