© Action Images / ReutersROMA - Quattro milioni di euro (compreso lo staff) a stagione, contratto biennale, garanzie precise sulla costruzione della nuova Lazio, l’ultima parola sugli acquisti. Marcelo Bielsa chiede un progetto. Vero, senza compromessi. Prenderlo significa accettarlo e affidarsi, concedendogli un ruolo che scavalcherebbe gli steccati a cui sono stati sottoposti tutti gli allenatori transitati a Formello sotto l’attuale gestione, fatta eccezione per l’inizio dell’avventura Rossi-Sabatini. Lotito era appena entrato nel mondo del calcio e godevano ancora di una buona autonomia, pur avendo un budget ridottissimo e con stipendi che non superavano il tetto dei cinquecentomila euro. Oggi Lotito ha bisogno di svoltare, si è reso conto dopo dodici anni pieni di contestazioni e con l’Olimpico vuoto, di rilanciare sul serio la Lazio. Per farlo cerca un maestro di calcio, un allenatore di personalità. Un tecnico in grado di tenere in pugno e dettare le regole all’interno di uno spogliatoio inquieto, di imprimere una mentalità vincente, di cui spesso si è sentito parlare nelle ultime stagioni. È l’aspetto, secondo le analisi del ds Tare, che avrebbe penalizzato la Lazio di Pioli e ancora prima di Petkovic, quando diversi buoni giocatori non avevano prodotto una squadra cattiva e determinata nella ricerca degli obiettivi. Ecco quale sarebbe la mission affidata a Bielsa. Permettere alla Lazio di crescere, di ricostruirsi con una nuova mentalità. Cultura del lavoro, sudore, dedizione, regole, attaccamento alla maglia e calcio di alto livello, perché questo racconta la sua carriera, cominciata al Newell’s Old Boys e proseguita con le nazionali di Argentina e Cile, poi in Europa con Espanyol, Bilbao e Marsiglia.
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CONTATTI - Bielsa ha un profilo umano e professionale adeguato alla Lazio, anche per il tipo di personaggio schivo, affascinante ma chiuso, studioso di calcio e duro nei comportamenti. Niente cellulare, zero rapporti con i giornalisti. Così ha scavalcato Prandelli nei pensieri di Lotito, che altrimenti tornerebbe su Simone Inzaghi, meritevole di attenzione per il finale di campionato alla guida della Lazio, debuttante promosso ma capitato in un momento storico delicato e in cui il presidente non se la sente di lanciarlo. Sarebbe ancora l’alternativa principale qualora fallisse la trattativa con Bielsa, che deve essere coccolato e convinto. Lotito e Tare ci pensavano da qualche settimana.
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