Euro 2016, Parolo: «Un orgoglio essere paragonato a Tardelli»

Il centrocampista dell'Italia: «Sono un trentunenne giovane. Eder? Se quel gol l'avesse fatto Ronaldo...»
Euro 2016 Italia, ci sono Parolo e Darmian in conferenza stampa
Edmondo Pinna
4 min

MONTPELLIER - Ha corso più di tutti, ha corso che sembrava Tardelli, a lui hanno paragonato Marco Parolo, uno dei “fedelissimi” di Conte: «Essere paragonato ad un campione come Tardelli è un orgoglio e un onore, vorrei riuscire a rubargli tutto, era un centrocampista completo, la mia ispirazione, offensiva e difensiva, ora spero di riuscire a segnare anche io un gol decisivo». E’ un’Italia dalle mille sfaccettature, dove «ognuno deve mettere in campo quello che ha: corsa, tecnica, intelligenza, cattiveria, forse non c’è un talento puro, anche se, se il gol di Eder lo avesse fatto Messi o Ronaldo, sarebbe stato il gol dell’Europeo».

Amante del basket, in particolare quello dell’Nba, prende in prestito lo slogan del Boston Celtic («Pride», orgoglio)  per descrivere questa Italia: «Siano la Nazionale dell’orgoglio, dell’entusiasmo, dello spirito, che trascina le persone. Ed ha ragione il ct quando inneggia alla maglia azzurra. Dovremmo cercare di avere senso di appartenenza per l’Italia, non solo per la Nazionale. Allora indossate la maglia azzurra, perché siamo italiani e che crediamo in quello che facciamo. Col Belgio nel riscaldamento abbiamo sentito i tifosi che ci hanno incitato, penso anche che può essere importante vedere in uno stadio una macchia azzurra, ti dà i brividi».

GLI AZZURRI A CENA INSIEME

In generale, è un Europeo dove le grandi fanno fatica, l’Italia invece è ad un passo dal percorso netto: «Significa che si è innalzato il livello medio, non ci sono più quelle che venivano chiamate “squadre matearasso”, anche se poi le grandi hanno i mezzi per venirne a capo. Io lo vivo bene l’Europeo, essere vicini all’Italia è bello, siamo in Europa, siamo coinvolti, si sente la passione,per noi è una carica, anche il contesto è al top, gli stadi sono bellissimi, la mia famiglia ne parla con entusiasmo, c’è la voglia di vivere il calcio e di superare le paure che c’erano e magari ci sono ancora»

FOTO: PAROLO IN CONFERENZA STAMPA

Arriva l’Irlanda, partita sulla carta dai pochi significati: «Conte però ci martella ogni giorno, non dobbiamo calare di concentrazione, è poi difficile da riprendere. Vincere aiuta a vincere, ne sono convinto, chiudere il girone a nove punti è una dimostrazione di forza. Le vittorie con Belgio e Svezia hanno aumentato la consapevolezza che quello che abbiamo fatto e stiamo facendo è giusto, aumenta la voglia di osare».

ITALIA, CANDREVA A PARTE

Corre Parolo, ma gli manca qualcosa: «Ci sono andato vicino con Belgio e Svezia (ha colpito la traversa), spero di beccarla sta porta in azzurro, ci sto girando attorno. A centrocampo mettiamo grande applicazione, ci sacrifichiamo in pressione sugli avversari per costringerli a giocate in modo non semplice per agevolare il resto della squadra. Non so dove arriveremo, dobbiamo prendere come punto di riferimento chi ha vinto perché così si impara e si cresce. Non abbiamo alzato la nostra asticella, per arrivare dove arrivere vorrà dire che i nostri avversari sono stati più bravi di noi».

Nazionale criticata alla vigilia, è un vantaggio? «Lo spirito di rivalsa ti stimola, io ci ho convissuto parecchio, sono stato sempre criticato all’inizio e apprezzato alla fine, questo ti dà forza, dentro hai la voglia di dimostrare qualcosa, ti sveglia, ti dà la scossa. Io ho sempre pensato di poter alare sempre il mio limite, lo sto facendo ancora a 31 anni e a quest’età riesci a correggere prima i tuoi errori. Sono un trentunenne giovane».


© RIPRODUZIONE RISERVATA