Lazio, questo è Bielsa: «Il calcio è della gente»

Le frasi cult del tecnico vicino ai biancocelesti: «Il progetto non può escludere i destinatari. In Argentina i tifosi vivono meglio se si vince. Potere all’allenatore»
«Non esiste un solo motivo, neppure uno, perché un giocatore in campo stia fermo. Il calcio è movimento, il calcio è correre e smarcarsi»© AP
Daniele Rindone
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ROMA - Fútbol e filosofia, è la teoria bielsista. Marcelo Bielsa parla poco pubblicamente, non concede interviste da 20 anni, si esprime solo in conferenza stampa, sfida i giornalisti, ma difende la libertà d’espressione: «La vostra arma, come giornalisti, è la parola scritta. La mia è la parola parlata. Io utilizzo 50 frasi per costruire e rendere chiaro un concetto e dopo voi dovete mettere tutto questo in una riga». In effetti è così.

E’ un parlatore, il Loco Bielsa. Usa concetti pungenti e poche frasi fatte. I suoi pensieri sono stati raccolti nel corso degli anni considerando il fatto che non ama ripetersi, vi proponiamo un blob per conoscerlo meglio. Bielsa accetta di essere chiamato “Loco” solo perché «un uomo con nuove idee è un pazzo fino a quando le sue idee trionfano». L’argentino in fondo non si sente diverso dagli altri: «Niente di quello che dico è una cosa che non si è sentita da nessuno prima d’ora».

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IL GRUPPO - Bielsa è uno studioso, da filosofo del calcio è convinto che «il calcio ha bisogno di un giocatore che ha autostima, ma l’autostima porta alla vanità e la vanità ti rende egoista. L’allenatore deve imparare a controllare il gruppo e a trovare un equilibrio», è una sua regola. Bielsa non si giudica, se dovesse farlo non analizzerebbe il risultato: «Prenderei in considerazione il metodo».

Ha imparato dalle sconfitte: «Esiste la sconfitta che serve e la vittoria che non serve a nulla», è il suo mantra. Il blob delle frasi del Loco è ampio quanto la sua dialettica. Una volta ha preso le sembianze di Al Pacino, come Tony D’Amato nel film “Ogni maledetta domenica” è entrato nello spogliatoio del Marsiglia (dopo lo 0-0 con il Lione e un gol annullato ingiustamente ai suoi) e ha urlato: «So che è difficile accettare l’ingiustizia ragazzi. Ma ascoltate quello che vi dirò. Se giocherete come oggi otterrete il premio che meritate. So che adesso non c’è parola che possa rasserenarvi perché avete dato tutto in campo e non avete ottenuto quello che meritavate. Accettate l’ingiustizia, tutto si riequilibra alla fine. Mancano nove partite... Ingoiate il veleno, dovete essere forti. Vi faccio i complimenti ragazzi. A tutti, a tutti!». Bielsa non è d’accordo con Boskov, per l’argentino squadra che vince si cambia: «I cambiamenti in una squadra si attuano quando si vince, non quando si perde. Quando si perde è il momento di osservare e capire».

 

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I DIRIGENTI E I TIFOSI - Con lui in panchina non è ipotizzabile una Lazio lotitocentrica. Bielsa chiede carta bianca e poteri illimitati, non è solo un teoretico: «In una squadra di calcio l’allenatore è l’elemento più importante di una società.

Perché dico questo? Perché quando la dirigenza di un club modera il potere che dà a un tecnico fa un errore. Chi gestisce lo sviluppo Bielsa: Il calcio è della gente «il progetto non può escludere i destinatari. in argentina i tifosi vivono meglio se si vince. potere all’allenatore» L’argentino parla poco in pubblico le sue frasi sono cult: ecco il blob di una squadra di calcio è il mister...».

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LAZIO-BIELSA, SI TRATTA


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