Buffon: «Per battere la Germania dovremo essere ancora più forti»

Il portiere azzurro: «Sembra un po' la vigilia del 2012»
Buffon: «Per battere la Germania dovremo essere ancora più forti»© EPA
Edmondo Pinna
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BORDEAUX - E’ il capitano, è nella leggenda, è imbattuto in questo Europeo. Ecco le sensazioni di Gigi Buffon alla biglia di Germania-Italia, che vale da una semifinale.

PIU' FORTE - Buffon ha elogiato Neuer: «E’ vero, ho detto che mi è superiore, perché alla fine può essere vero e non è un qualcosa che mi tocca o mi svilisce. Io so chi sono, so quello che sono stato, e quello che sarò nei prossimi due anni. Per questo sono molto sereno. Per Neuer potrebbe essere anche offensivo essere paragonato ad un portiere di 38 anni, mi sembra normale essere carino nei suoi confronti, negli ultimi quattro, cinque anni è stato un portiere stupendo sotto tutti i punti di vista».

PIU' FORTI - Prima la Spagna, ora la Germania, Conte ha chiesto qualcosa in più di straordinario. «Dobbiamo provare ad essere migliori, non c’è soluzione che quella di migliorarci ancora, se vogliamo avere delle possibilità di andare avanti per continuare a sognare. Vedendo la squadra che incontriamo sappiamo tutti che sarà dura, sarà una partita nella quale la fatica e il sudore, lo strapazzo fisico ed emotivo sarà portato all’esasperazione. Lo sappiamo, è già qualcosa, questa partita non ci sorprenderà».

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GIA' VISTI - Ibrahimovic, Morata e adesso Mario Gomez: con i primi due ci è andata bene. «Il fatto di conoscerli può aiutarci senza dubbio. Ma l’attacco di una nazionale come la Germania va al di là di chi sia la punta, la seconda punta o il trequartista, dipende da troppi giocatori e troppe variabili, hanno un valore eccelso. Anche gli altri giocatori li abbiamo già affrontati spesso e volentieri, ma conoscerli non basta per fermare la bontà del loro talento».

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IL CONFRONTO - Mondiale 2006, Europeo 2012, oggi, sempre la Germania sul cammino dell’Italia, ecco le vigilie di Gigi. «Sono tre vigilie differenti: nel 2006 era accompagnata da maggiore ansia, era una semifinale di un Mondiale, giocavamo in trasferta contro i padroni di casa, avevamo la responsabilità di un riscatto sociale che volevamo regalare ai nostri emigrati. Questo aveva influito sul rendimento in partita. Nel 2012 partivamo sicuramente sfavoriti e sapevamo che c’era bisogno di un qualcosa di speciale per guadagnarci la finale. Questa vigilia ha diverse analogie con l’ultimo Europeo, il divario sulla carta forse è più ampio, hanno vinto un mondiale e acquisito certezze. Noi, invece le stiamo cercando, un po’ le abbiamo trovate e vorremmo migliorarle». Fiducia. L’Italia che affronta la Germania a qualcosa in più rispetto a 21 giorni fa. «La fiducia che si ha quando arrivi a metà di un percorso importante e di una competizione importante come Mondiale e un Europeo, dopo aver battuto Belgio, Svezia e Spagna è maggiore, ciò che fa lo fai con una leggerezza e convinzione diverse. E’ una chiave di lettura che non deve sfuggire a nessuno, a noi non ci sfugge di certo. Se ho raccontato qualcosa del 2006 o del 2012 a chi non c’era? Il passato non conta, il presente va vissuto per trovare le giuste soluzioni per risolvere eventuali problemi si dovessero presentare durante la partita».

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