Italia, Tavecchio: «Conte un 'mistico', spero torni presto»

Il momento dell'orgoglio del presidente federale: «In due anni fatte più cose che negli ultimi 20...Dal disastro di Mangaratiba a qui, io faccio i fatti! Pronto a restare». E avverte i club: «Senza Figc non si gioca...»
Italia, Tavecchio: «Conte un 'mistico', spero torni presto»© LaPresse
Andrea Santoni
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MONTPELLIER - Un’onda di commozione, l’applauso degli inviati a Conte. Anche il presidente Tavecchio è visibilmente commosso. Un abbraccio al “suo” ct, prima di pendere la parola per il suo bilancio, che lui traccia con durezza: «Questo è un giorno di mestizia. Il nostro pensiero va alle vittime italiane della barbarie che ci ha colpito in Bangladesh e che ci ha tolto il piacere dei risultati eccellenti conseguiti qui in Francia. Devo dire grazie al popolo italiano, che abbiamo rivisto per le strade con la maglia azzurra, che rappresenta valori e senso di unità, nel momento di divisione delle nazioni. Per fare un bilancio bisogna partire da Mangaratiba due anni fa. Da quel disastro totale, da quel momento drammatico, con l’assenza totale della Federazione, con una Nazionale smarrita, senza centro stretegico! Da lì siamo partiti; abbiamo avuto la fortuna di incontrare una persona straordinaria, un condottiero come lo chiamo io e anche voi, ho visto. Conte ha costruito in modo scientifico questa Nazionale capace di tenere testa ai campioni del Mondo, una portaerei che abbiamo affrontato con le truppe non al meglio. Abbiamo perso per un nonnulla la possibilità di andare in semifinale».
 

 
LA STRADA - Il presidente Tavecchio continua: «Da qui partiamo per essere l’Italia. Non la strada ma l’autostrada è tracciata. Vero che il presidente federale è la rotellina più piccola del carro. Però abbiamo portato avanti questa torneo in modo serio, con conti economici in ordine, senza sperperare fondi pubblici e privati. E’ tempo di dire grazie al dg Uva, al suo vice Sansone, agli addetti stampa; un grazie agli sponsor che hanno trovato un brand importante; siamo un prodotto che vale, un valore per il bene degli italiani. Non siamo solo a salutare, non ci fermiamo; siamo tristi ma niente lacrime da qui ripartiamo; il prossimo periodo ci deve far riflettere, sarà una qualificazione al mondiale da costruire».
  
SU CONTE - Tavecchio poi torna a parlare di Conte: «La sua amarezza di ieri a Bordeaux? Io non penso che lui sia stato contrastato da forze enormi. La verità è che stiamo parlando di una star, di un condottiero, col quale i patti erano chiari. In un sistema di club, con certi compensi che girano, era difficile riuscire a trattenerlo; due anni fa è stato fatto uno sforzo immane per strapparlo alla concorrenza; ci siamo riusciti grazie alla Puma; abbiamo costruito quel che volevamo; certo, avremmo gradito atteggiamenti diversi da parte dei club, di  cui adesso terremo di conto. Che devo dire? Sul piano umano c’è stato un collegamento totale, lui è una persona speciale. Direi un tipo quasi mistico, inutile parlargli prima delle partite: lui gira per le stanze, con in testa cose che non sappiamo, non ho voglia né capacità di dire i suoi difetti, dove andrà farà bene, ha il tempo dalla sua: io mi auguro che torni, e anche presto».

  
CARRI - Ancora Tavecchio sul rapporto Nazionale-Club: «La Nazionale non è un semplice carro: è l’Orsa Maggiore; e lo sarà sempre di più; avremo uno staff permanente, il nuovo ct potrà portare solo tre assistenti, per il resto costruiremo in casa i nostri uomini. Come organizzazione non siamo secondi a nessuno. Il carro dei vincitori e dei perdenti? A dispetto di qualcuno, io resto per dare una mano. Se questo Europeo mi dà più forza in chiave ricandidatura alla presidenza? La scelta vincente è stata Conte. Non ci voleva intelligenza, servivano risorse. Ma la questione delle elezioni non è legata a questi risultati. Qui si parla di politica sportiva; dove non conta l’apparenza, la presenza ma contano i contenuti e i fatti e in due anni, sono state cose che non si sono realizzate prima in 20 anni! Le riforme però non dipendono solo dal presidente federale».

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AI CLUB - La conclusione di Tavecchio è un messaggio di club: «Sta cambiando il sistema Uefa e Fifa per l’utilizzo dei nazionali; le norme saranno rivisitate, ora abbiamo una Uefa acefala ma lì dovremo essere più presenti. L’Italia avrà più presenza politica in Europa. Io ricordo ai grandi investitori che senza tessera Figc non si gioca. Non c’è Champions...niente. Noi cerchiamo di spiegare questo concetto, senza imporlo. Vero che i diritti tv sono centrali, ma noi abbiamo i nostri diritti. E non ci venga a dire che se un giocatore gioca il mercoledì poi la domenica non ce la fa...».  


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