Bielsa story, dal Newell's Old Boys alla Lazio: il suo è un calcio rivoluzionario

Storia di un tecnico pieno di pregi e stranezze: ha lanciato campioni e formato allenatori come Guardiola. Ma quando siede in panchina non teme nessuno
Bielsa story, dal Newell's Old Boys alla Lazio: il suo è un calcio rivoluzionario© Action Images / Reuters
Pasquale Campopiano
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ROMA - In poche pore è diventato l'uomo più atteso nella Capitale. Marcelo Bielsa, el Loco che guiderà la Lazio nella prossima stagione, si è fatto desiderare. Come nel suo stile. Secondo copione. Nulla di scontato, tutto "in fieri" quando di mezzo c'è lui. Classe 1955, argentino di Rosario, fiero e tignoso come da origini, il Loco Bielsa è, finalmente verrebbe da dire, pronto per "insegnare calcio" anche in Italia.

L'uomo che in sette ore stregò Guardiola prima di lanciarlo nell'Olimpo degli allenatori, lo stesso che meno di un anno fa tenne una lezione a Coverciano sulle sue idee di calcio con Antonio Conte in prima fila ad ascoltarlo, sta per sbarcare. Verrà a Roma sabato 9 luglio, lo ha comunicato il club biancoceleste in una nota, Bielsa arriverà.

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LOCO IN AUGE - A discapito del suo calcio offensivo e innovativo, Marcelo Bielsa è un allenatore vecchio stampo: uno di quelli che al campo ci va in tuta, come piace a quegli allenatori come Sarri. Prima di indossarla, però, el Loco cacciava le caviglie degli avversari. Difensore nel Newell's Old Boys, Instituto e Argentino, capisce presto che il suo destino è quello di insegnare calcio e smette a 25 anni. Comincia la carriera di allenatore da dove era partito da calciatore, nel Newell's, lancia nel grande calcio gente come Sensini, Balbo e Batistuta e rivoluziona gli schemi con il suo modulo 3-3-3-1  che all'occorrenza diventa 3-3-1-3.

Non vince tantissimo, appena 3 campionati argentini, ma diventa noto al grande calcio con la sua fantastica Argentina Olimpica del 2004 che sbanca Atene e vince l'oro alle Olimpiadi. In quella squadra c'erano Ayala, Burdisso, Coloccini, D'Alessandro, Lucho González, Heinze, Javier Mascherano, Saviola, e Carlitos Tévez, generazione di fenomeni. Tre anni di riposo sabbatico che soltanto uno come Bielsa poteva prendersi e poi il Cile che torna nel grande calcio, l'Athletic Bilbao e L'Olympique Marsiglia.

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LOCA LAZIO - Adesso la Lazio. Finalmente la Lazio. Bielsa ci arriva "in ritardo", come nel suo stile. Agli inizi della sua carriera si arrampicava sugli alberi per seguire meglio le sue squadre in allenamento. Restio al confronto aperto, le cronache raccontano di un personaggio schivo ed introverso. Non rilascia interviste in esclusiva da 20 anni, ma se deve dire la sua anche contro l'azienda cui appartiene, di certo non si tira indietro. Con Lotito sarà sicuramente un rapporto scoppiettante. Ma Bielsa punterà dritto all'obiettivo: ha richiesto di essere pagato in dollari e un contratto pieno di clausole, è uno che vuole garanzie. Lui, in cambio, garantisce calcio: arioso, offensivo, armonico, ma anche rischioso, perché le sue squadre prendono anche tanti gol. Il suo calcio è tutto correre e smarcarsi, il resto si vedrà. «Non devi essere il migliore in questo sport, più semplicemente devi essere pronto». Buona fortuna Lazio.

BIELSA, L'ARRIVO PIU' ATTESO


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