Milan, Montolivo: «Non gioco? Non sono felice»

Nella conferenza stampa precedente al match contro l'Aek l'ex capitano ha parlato del suo momento non nascondendo le difficoltà e un pizzico di insoddisfazione
Milan, Montolivo: «Non gioco? Non sono felice»© LaPresse
Andrea Ramazzotti
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ATENE (Grecia) - Riccardo Montolivo in conferenza stampa prima della gara contro l'Aek ha confessato di non essere felice del momento che sta vivendo, ma ha mostrato voglia di riscatto.

Montolivo, come sta vivendo questo momento al Milan in cui non sta giocando?
«Chi ha fatto la conferenza pre gara in passato ha sempre avuto buone possibilità di giocare e sono contento se dovessi scendere in campo. Per me è un periodo particolare perché sono diverse partite che non gioco, ma sono scelte legittime dell’allenatore. Devo farmi trovare pronto e dimostrare in allenamento che si sta sbagliando. Se ne avrò l’opportunità, darò tutto quello che ho».


Il Milan ha sempre una mentalità europea come in passato?
«Credo di sì. La storia dice che l’Europa è la casa del Milan, ma la storia non va campo e sta a noi dimostrare che questo Milan merita di giocare in Europa League. L’obiettivo è quello di arrivare fino in fondo a questa competizione e di riconquistare la qualificazione alla Champions. Domani andrà in campo il Milan del presente e non quello del passato e sta a noi far bene».

Cosa è successo nel passaggio dal Milan di Berlusconi a quello attuale?
«Rispetto agli anni passati è cambiato tutto e c’è stata una campagna acquisti imponente. Le ambizioni sono altissime. Delle difficoltà ce le aspettavamo anche se l’entusiasmo all’esterno non ha fatto vedere in maniera lucida le difficoltà. La classifica in campionato non è buona e dobbiamo lavorare a testa bassa per andare a caccia di punti dopo aver fatto bene in Europa League».

Qual è il suo stato d'animo in questo momento?
«Ovviamente speravo in questo inizio di essere impiegato più frequentemente. L’allenatore fa delle scelte legittime e sceglie 14 giocatori che in quel momento gli danno più garanzie. Se non sceglie me è perché vede altri che gli danno più garanzie. Io devo dimostrargli che sbaglia in allenamento e in campo quando ne ho l’opportunità. Sono cose normalissime che accadano in uno spogliatoio e in una squadra. Non ci vedo niente di strano».

Questa insoddisfazione che ha espresso ha portato tanti a indicarla come il… capo degli scontenti.
«Nei momenti negativi si legge di tutto, anche cose divertenti che per scriverle ci vuole fantasia. Con il mister parliamo e ci confrontiamo come fatto con altri allenatori. Mi piacerebbe giocare di più, ma non c’è niente di anomalo in questa situazione».


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