Mikaela Calcagno: «Le critiche? Il bello del primo passaggio»

Il volto di Mediaset Premium: «Vengono da noi subito dopo la fine delle partite, logico che prevalga l’istinto»
Mikaela Calcagno: «Le critiche? Il bello del primo passaggio»
Francesca Fanelli
3 min

ROMA - Sembra che gli allenatori ce l’abbiano con lei negli ultimi tempi. Mihajlovic le ha risposto per le rime in un post gara del Milan, Allegri anche, in uno di Juve. Mancini se l’era presa, ma per una domanda scelta tra quelle arrivate sui social. E lei, quella volta, non aveva fatto domande. «Un bel filotto eh... Non fa piacere, ma io sono così...». Mikaela Calcagno, 41 anni di Imperia, volto di Mediaset Premium, non arretra di un centimetro. E in realtà non c’è motivo per cui debba farlo. I battibecchi con gli allenatori non le hanno tolto il sorriso, fa parte del bello della diretta. E lei è abituata a stare sul campo.

Si è rivista, com’è andata?

«Li ho rivisti quei filmati, sì, li rivedo sempre, anche quando non accade nulla...».

Lo rifarebbe?

«Cosa? Porre quelle domande? E’ il mio modo di fare. Io sono così. Faccio domande dirette, voglio arrivare al cuore del problema».

Anche troppo, forse?

«Non credo, sono così dai tempi in cui ero a bordocampo. Non ho cambiato il mio modo di fare. Devo dire che in passato ho fatto anche domande più scomode, magari ad allenatori che rischiavano il posto. E poi cosa ho chiesto in fondo?».

Già, cosa?

«A Mihajlovic la domanda sul cambio di Bacca era pertinente. Ad Allegri quella del confronto con lo scorso anno anche. Le avrebbe fatte chiunque».

Lei è diversa...

«No. Assolutamente. Quest’anno gli allenatori vengono da noi subito dopo la partita. Siamo il primo passaggio, è logico che ci sia istinto, a volte rabbia e che le risposte possano essere stizzite, rilasciate a caldo. Noi raccogliamo le prime emozioni, facciamo il collegamento pochi minuti dopo la fine delle partite. Siamo i primi. E poi...».

Dica.

«Non erano domande aggressive. Non fa piacere viverle in diretta certe situazioni, ma io vado avanti. Non subirò condizioni. Non vado a simpatie, se faccio domande».

Le chiedo: i tecnici avrebbero risposto in quel modo anche se le domande le avessero poste dei colleghi uomini?

«Penso di sì. Non vedo dietrologia in questo. Io non sono spuntata all’improvviso. Sono anni che lavoro, è tutta gente che è già venuta da me in studio. Poi bisognerebbe chiederlo a loro...».

Ma si sono scusati?

«No, ma perché avrebbero dovuto farlo?».

Ha pensato alla prossima diretta?

«Sì, c’è Milan-Napoli. Pronta. Non vado mica in onda per litigare».


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