The Pills, da Florenzi all'omaggio a Totti

Il trio romano sbarca al cinema: «Sarebbe bello un documentario sul capitano»
The Pills, da Florenzi all'omaggio a Totti© ANSA
Mattia Rotondi
4 min

ROMA - Scanzonati, diretti, politicamente scorretti fino al midollo: i The Pills, dal vivo, sono come li si vede davanti alla macchina da presa. Si sono imposti all’attenzione del pubblico grazie ad un travolgente successo su Youtube Ma quello era solo il mezzo, non ci consideriamo youtubers»), il loro canale ha più di 120.000 iscritti e i loro video superano i 20 milioni di visualizzazioni. E ora hanno fatto il grande passo, il cinema. Domani uscirà nelle sale “The Pills - Sempre meglio che lavorare”, primo film con la loro firma. Ci sono venuti a trovare ieri in redazione Matteo Corradini e Luigi Di Capua, con Luca Vecchi (che è anche il regista della pellicola) al telefono, causa malanno. La forza del trio è straripante, così come il loro sarcasmo.

Il film racconta, tra le altre cose, il disagio della generazione dei trentenni, capovolgendo le premesse: loro non hanno nessuna intenzione di lavorare. «Ma alla fine noi non siamo fannulloni – dice Luigi – Abbiamo fatto un film!». Che hanno accostato a mostri sacri della cinematografia italiana, Ecce Bombo e I Vitelloni. «Ma il nostro è molto più fico», aggiunge Matteo con un sorriso. Luigi rivela un obiettivo: «Zalone? Arriviamo, raggiungeremo i suoi incassi... tra 300 anni». In “Sempre meglio che lavorare” c’è una star internale, Giancarlo Esposito, il Gus Fring della serie tv Breaking Bad: «E’ un attorone – dicono i ragazzi – Volevamo Van Damme ma ci ha chiesto troppi soldi...».

THE PILLS, QUELLO CHE NON E' STATO SCRITTO di Mattia Rotondi

 

IL CALCIO - Il loro rapporto con il calcio è ambivalente. Matteo e Luca non sono molto appassionati, ma lo conoscono per... lavoro («Se vuoi raccontare la realtà, è importante abbracciarlo»). Luigi invece ogni tanto va anche allo stadio, è simpatizzante della Roma. Hanno girato uno sketch con Florenzi, tempo fa: «Un talento nato – dice Luca – anche a livello recitativo. Non l’avevamo mai visto e si è subito comportato come uno di noi». Luigi non esclude in futuro di girare qualcosa sul calcio: «Ha valenza sociale, poche cose sono così trasversali. E poi ragazzi, vogliamo parlare di alcuni striscioni? I laziali hanno inventato un brand con Lulic. Tutte le tifoserie sono geniali. Certe cose sono quasi arte». Poi un tributo a Totti: «A me emoziona, e non parlo a livello strettamente calcistico. Emoziona perché è riuscito a conquistare il rispetto anche degli avversari. C’è qualcosa di poetico in questo. Ha segnato un’era della città di Roma. Ecco, mi piacerebbe girare un documentario, “L’Ultimo giorno”. Seguire Francesco nella sua ultima giornata da calciatore, dalla sveglia fino alla sera». Matteo: «Mio padre, grande tifoso romanista che soffre per un figlio che non lo è, mi ripete spesso: “Quando Francesco smette, smetto di seguire il calcio”. Un altro esempio di rispetto? Quando qualcuno ci dice, hai visto Ilary Blasi? Noi rispondiamo sempre: “Aò, non ti permettere, è la moglie di Totti!"».

 


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