Raf a Sanremo tra Festival e calcio: Nelle coppe tifo Juve

Cantante e sportivo, l'artista ieri sera tra gli ospiti del Festival di Sanremo con Umberto Tozzi. Pronti a partire insieme per il Tour dal vivo a fine aprile. «Fiorentina, stimo Pioli e Chiesa e Simeone sono il futuro. Muriel? Lo avrei comprato prima, è bravo»
Raf a Sanremo tra Festival e calcio: Nelle coppe tifo Juve
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Raf, sportivo e tifoso. Ha giocato a calcio a cinque, anche alcune gare con la Roma Futsal in A2, ha giocato e giocherebbe ancora. «Ma a un certo punto per età anagrafica ho fatto un passo indietro. Ma mi piace, il campo manda messaggi positivi, competizione, rispetto per l’avversario e per le regole». Tifa Fiorentina e un giudizio sul campionato porta a concetti acquisiti: «Mi sembra chiaro chi lo vincerà. Però dico una cosa, quando la Juventus gioca nelle Coppe io faccio il tifo per lei anche se è una squadra che mi sta tremendamente… Ma è un club italiano che porta in giro il nostro Paese. Sulla Fiorentina che dire? Quest’anno mi piace più di altri. C’è ancora da lavorare e spero che la società stia accanto alla squadra. Pioli è un allenatore che ho sempre stimato, Chiesa e Simeone sono il futuro. Muriel? Lo avrei comprato prima, è bravo. E anche se non si vince sempre, la Fiorentina è una squadra che diverte, va bene così». Dopo la serata trionfale di Sanremo risuonano nella mente le canzoni del passato che oggi sono il suo presente e il suo futuro, Raf è un lavoratore instancabile che ama troppo la musica per fermarsi a pensare. Già, si può dare di più. Sempre.

Perché Sanremo è Sanremo. Già. Lui lo sapeva. Raffaele Riefoli, classe 1959, per tutti Raf è stato protagonista - e non solo lui - di una serata incredibile: rivivere ieri sera un’emozione da palco del genere è stato “entusiasmante”. L’aggettivo lo sceglie Raf in persona anche se dice “forse bisognerebbe coniarne uno nuovo”. Il Festival ha sempre un fascino speciale, più di qualsiasi altra cosa. Il giorno dopo di Raf è un insieme di pensieri e di certezze. «E’ difficile raccontare com’è quel palco. Unico, direi. Io ho calcato i palchi di tutto il mondo con la mia musica, ma quello di Sanremo è diverso da tutti gli altri. Noi cantanti ce l’abbiamo nel dna Sanremo, non è solo parte della nostra storia, ci legano a questa manifestazione tantissimi ricordi. Da piccolo guardavo Sanremo, da grande anche e ieri sera è stato fantastico». 

L’Ariston che ballava quasi si fosse in una discoteca vuol dire tanto. Da “Gente di mare” a “Ti pretendo” passando per “Gloria”. Ancora Raf che guarda al passato ma anche al futuro e con lui proprio Umberto Tozzi, inseparabile compagno di viaggio nella musica: «Bello cantare e vedere la gente felice, adesso cercheremo di riportare il pubblico a quelle stesse emozioni. Il 30 aprile parte il nostro Tour in tutti i Palasport e ci aspettiamo la stessa energia di Sanremo». Pronti via: il 30 aprile da Rimini e poi Reggio Calabria, Acireale, Bari, Eboli, Ancona, Assago, Firenze, a Roma il 18 maggio, Casalecchio di Reno, Treviso, Brescia, Torino. Raf e Tozzi insieme per la prima volta in un Tour dal vivo per far ballare e cantare l’Italia, uno spettacolo nello spettacolo. E non sarà solo nostalgia, perché le loro colonne sonore sono belle e attuali, come se il tempo non fosse passato mai. «Quelli sono stati anni in un cui si è lavorato molto sulla melodia, sul pop, oggi forse si è trascurato qualcosa. “Infinito” per esempio è una canzone meno nota delle altre, eppure ancora oggi è bella e attuale. Vuol dire che la creatività era totalmente forte e nel tempo non si sono perse carica e energia di quei testi. Non ho una canzone preferita, sono tutte parte di me, le hit sono più o meno sullo testo piano, “Iperbole” è nel mio cuore perché dedicata alla nascita di mio figlio».   

C’è un Sanremo più bello di un altro? Racconta Raf: «Ero a casa con la febbre, era il 1987, quando ha vinto “Si può dare di più”, l’ho scritta io per il trio Morandi-Ruggeri-Tozzi, ero felice. Io per indole sportiva sono abituato a gareggiare, ma nella musica credo non debbano esistere competizioni o gare, perché la musica viene veicolata dalle emozioni, vince quella che ti dà qualcosa di più, è istinto, qualcosa che hai sulla pelle e dentro di te. Sul palco del Festival c’è la mia vita, ma dalla tv lo vivo meglio. Ieri sera è stato diverso, sono state sensazioni meravigliose. Un onore».

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