Josef Masopust, il primo Pallone d’Oro dell’Est Europa

Il cecoslovacco vinse il premio nel 1962, nell'anno in cui sfiorò l'impresa al Mondiale cileno vinto da un Brasile zeppo di campioni
Josef Masopust, il primo Pallone d’Oro dell’Est Europa
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17 giugno 1962. Siamo all’Estadio Nacional de Chile di Santiago, dove si disputa la partita delle partite, il match che ogni bambino che calcia un pallone sogna di giocare: la finale della Coppa del Mondo. Da una parte ci sono gli imbattibili campioni in carica brasiliani, orfani di Pelè, infortunatosi durante il torneo, ma trascinati da giocatori come Garrincha, Djalma Santos, Didi e Amarildo, solo per citarne alcuni. Dall’altra l’operaia Cecoslovacchia, arrivata in Sudamerica dalla parte Est della Cortina di ferro. Una squadra di ottimi gregari, tra cui spiccava una mezzala fuori dal comune per intelligenza negli inserimenti e nell’ultimo passaggio: Josef Masopust. Al 15’ succede l’inaspettato, Pospichal controlla la sfera al limite dell’area avversaria, serve con un tocco in profondità l’ottimo inserimento proprio di Masopust che si avventa sul pallone e con la punta anticipa Gilmar in uscita. Il mondo, il tempo e gli dei del calcio si fermano per un momento ai piedi del ragazzo di Most: la Cecoslovacchia è in vantaggio nella finale della Coppa del Mondo. Sembrerebbe una di quelle storie che il calcio ci ha regalato a iosa, e invece no. Dopo appena due minuti Amarildo pareggia, nella ripresa i brasiliani raddoppiano con Zito e dilagano con Vavà. Golia ha sconfitto Davide. Dati i valori in campo, miracoli esclusi, non sarebbe potuta andare diversamente.

PALLONE D’ORO - Poco dopo, superata l’amarezza iniziale, Josef torna a casa, a Praga, dove milita da una vita tra le fila del Dukla. È una gelida mattina di dicembre nella capitale Cecoslovacca, quando a casa Masopust arriva un’interurbana inaspettata: all’altro capo dell’apparecchio c’è un delegato di France Football. Avverte Josef che il premio di miglior calciatore europeo spetta proprio a lui, le fatiche del Mondiale cileno sono finalmente ripagate. La notizia lo lascia di stucco, Masopust non è un campione da prima pagina o un goleador come Di Stefano o Sivori, fuoriclasse dei grandi campionati d’occidente. Dalla parte Est della Cortina nemmeno si è formalmente professionisti e, ovviamente, di andare a giocare all’estero non se ne parla proprio. Il Pallone d’Oro a Masopust rappresenta un motivo di svolta nella storia del premio di France Football, viene infatti premiato per la prima volta un centrocampista “box to box” e non un finalizzatore puro. Nel 1966-67, poi, Masopust, con il suo Dukla Praga arriva in semifinale di Coppa Campioni, capitolando contro il Celtic Glasgow che vincerà poi la competizione. Ma lui è già nella leggenda.


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