Bearzot, a 6 anni dalla morte vogliamo ricordarlo così

Un uomo che non convinceva e che alla fine convinse tutti, quello che guidando l'Italia in Spagna ci regalò il terzo titolo mondiale
Bearzot, a 6 anni dalla morte vogliamo ricordarlo così© EPA
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ROMA - Ci sono tanti orrori nel mondo, ma se ancora scriviamo e se ancora vogliamo leggere di sport è perché questo ci fa sognare. Il fairplay, i cross perfetti, i gol al 90', le parate impossibili, il Leicester che vince il campionato, non fanno che ricordarci quanto bello sia sognare e tifare e vincere. Sei anni fa se ne andava un uomo che ha fatto sognare una nazione intera, l'indimenticabile 'Vecio' con la pipa ha guidato una Nazionale che non godeva di grande fiducia fino a portarla sul tetto del mondo. Enzo Bearzot nasce nel 1927 in provincia di Udine dove cresce a livello umano e calcistico. Di ruolo mediano, raggiunge la massima serie con L'Inter, ma giocherà anche col Catania e col Torino. Buon giocatore, ma la Nazionale lo accoglierà in una sola occasione, almeno come giocatore. 

IL SOGNO - Lascia il calcio giocato nel 1964, ad attenderlo c'è un lungo percorso per diventare allenatore e la fiaba diventa realtà nel 1982 quando in Spagna fa il suo debutto una squadra che non convince molto. Le critiche che arrivano sono talmente dure che il ct opta per un inusuale 'silenzio stampa'. Sarà il personaggio, sarà l'uomo, sarà la tecnica, ma la squadra cambia e l'11 luglio 1982 Nando Martellini pronuncia il suo storico "Campioni del Mondo!". Il Corriere dello Sport titolerà "Eroici!" e la foto che lo ritrae col presidente Pertini, Causio e Zoff intenti a giocare a carte sull'aereo che, da vincitori, li riporta a casa, rimanda proprio l'immagine di eroi. Dopo il mondiale ci sarà una mancata qualificazione agli europei e un'uscita agli ottavi nel mondiale messicano dopo il quale arriveranno le dimissioni. Le sue parole raccontano un uomo di altri tempi che viveva una passione di altri tempi, quella del calcio vero e sporco e povero: "Per me allenare l'Italia era una vocazione che, con il passare degli anni, è diventata una professione. I valori del gioco sono cambiati dai miei tempi. A causa dello sviluppo del settore e dell'ingresso sulla scena di grandi sponsor, sembra che il denaro abbia spostato i pali delle porte". 

L'EREDITÀ - Passeranno 24 anni prima che l'Italia possa alzare nuovamente la Coppa al cielo. Berlino ci regalerà il nostro quarto mondiale e ci farà rivivere un sogno. Oggi sono 6 anni da quando Bearzot ci ha lasciati, di lui resta sicuramente l'umanità, le parole, poche, ma concise, e l'11 luglio, quando ad un'intera nazione regalò un sogno.

LA QUALIFICAZIONE PASSA DA PALERMO


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