Buffon: «Italia, domani si scrive la storia»

Il portiere della Nazionale ha parlato in conferenza stampa alla vigilia dello spareggio di ritorno con la Svezia di domani sera a San Siro
Buffon: «Italia, domani si scrive la storia»© Getty Images
Andrea Ramazzotti
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APPIANO - Gigi Buffon ha parlato in conferenza stampa prima del match contro la Svezia e da capitano ha suonato la carica.

Buffon, questa è la partita più difficile da quando è in Nazionale?
«E’ un momento molto alto di tensione vista la posta in palio e il senso di responsabilità che ognuno di noi deve avere. C’è la positività di ribaltare il risultato e culliamo questo obiettivo sapendo che è una partita importante per noi, per la storia della nazionale e per tutti».


Avrà pensato anche all’eventualità peggiore ovvero all’eventuale fine del suo rapporto con la Nazionale. Cosa pensa?

«E’ capitato nella mia carriera di essere di fronte a bivi importanti, gare da dentro o fuori: spesso è stato dentro, a volte è stato fuori. Non cambia niente per quel che riguarda il mio futuro e il mio rapporto con la Nazionale. Una vittoria, al di là del mio cammino con la Nazionale, vuol dire molto per il mister, per i tifosi e per il movimento. La mia situazione conta poco: l’unica cosa importante sarebbe che abbinerei la mia situazione personale alla felicità collettiva».

Come sta vivendo questo momento il gruppo?
«La viviamo come è vissuta la vigilia di un evento così importante, ognuno a proprio modo perché ognuno sa come arrivare al meglio a queste partite. Io sono da venerdì in uno stato di giusta tensione, concentrazione e attenzione perché non avevo il tempo di decomprimermi e poi riconcentrarmi».

Che messaggio vuole dare agli italiani?
«Ce ne sono pochi da dare a parole e dobbiamo dare messaggi forti sul campo, trascinare la gente a sostenerci in questa piccola impresa per centrare un obiettivo importante al quale teniamo molto. Le parole le abbiamo usate tutte e adesso è arrivato il momento dei fatti».

Che partita farà la Svezia domani?
«La Svezia è una squadra che gioca in un modo consolidato da 20 anni. Le caratteristiche e il modulo tattico che adotta è lo stesso da tempo immemore: magari dà più pressione in casa e attende di più forti. La differenza la farà come noi affronteremo il match».

Pirlo ha detto che le partite non le vince il pubblico. I tifosi vi aiuteranno? Cosa dovrete fare voi?

«La verità sta nel mezzo. Sicuramente una predisposizione all’accettazione di qualche sbavatura e di qualche errore che qualcuno di noi potrà compiere ci dovrà essere e permetterà ai giocatori di sentirsi spinti e capiti dal pubblico amico. Non bisognerà che i tifosi arrivino allo stadio con lo spirito critico perché questo porterà solo malefici. Io non sono un capopopolo, ma mi emozionerebbe che chiunque verrà allo stadio di spoglierà della maglia della sua squadra di club e indossi solo la maglia dell’Italia. Dopo il 90’ ci sarà il tempo delle critiche e le accetteremo se dovremo, ma finché ci sarà vita e speranza il sostegno e l’aiuto del pubblico ci potrebbero dare davvero una grande mano».


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