Italia, perché il ct è un falso problema

La Nazionale al momento è questa, con i suoi limiti strutturali e con la sua necessità di correggersi pesantemente, cercando di capire i motivi di questo periodo negativo
Italia, perché il ct è un falso problema© Getty Images
Alessandro Vocalelli
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ROMA - Nessuno, affidandosi al buon senso, avrebbe potuto immaginare troppo di più o qualcosa di diverso. L’Italia al momento è questa, con i suoi limiti strutturali e con la sua necessità di correggersi pesantemente, cercando di capire i motivi di questo periodo negativo. Ci siamo, colpevolmente, un po’ tutti concentrati sul Ct, sulla scelta del nuovo Ct, forse anche per dimenticare, nasconderci,

i problemi legati alla qualità complessiva. Di un movimento che, come è stato giustamente detto all’indomani della eliminazione Mondiale, deve guardare ai giovani, a come farli crescere. Dai vivai fino all’azzurro. 

Il problema, per essere chiari fino in fondo, non è il Commissario Tecnico - perché Di Biagio ha fatto il possibile e comunque i pretendenti sono tutti di alto livello - ma il problema è in un calcio che non riesce più a esprimere campioni conclamati. Abbiamo tanti buoni giocatori, qualcuno anche molto buono, ma all’Italia - come a tutte le nazionali - servono fuoriclasse autentici. Ecco, il paradosso è proprio questo.

Abbiamo eccellenze assolute in panchina - da Ancelotti a Conte, da Mancini a Ranieri, senza contare tecnici di club italiani come Allegri e Sarri che sono appetiti in tutta Europa - ma quanti dei nostri giocatori (parliamoci chiaro) troverebbero posto adesso nelle squadre top del mondo? La fotografia è tutta nella presenza di Buffon, che a 40 anni - e con l’incertezza sulla decisione di continuare o smettere - è comunque ancora il migliore in campo, capace di salvare il risultato per più di un’ora. Non bisogna però abbattersi o credere che il futuro non possa essere più azzurro. Bisogna, strutturalmente, immaginare un calcio diverso e capire perché - ma è solo un esempio - si fatichi così tanto a far crescere un centrocampista di altissimo livello. Testa bassa e pedalare, hanno detto i protagonisti e ci associamo al loro invito, al loro desiderio. Il problema, però, non è la bicicletta, cioè il Ct. Serve gente che ci monti sopra, con forza, autorevolezza ed esperienza. Per capire qual è il momento di alzarsi sui pedali, come ha fatto ieri l’Argentina.


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