Dal dopo Buffon al centrocampo: Italia, ecco cosa non va

In ogni reparto ci sono delle priorità. Immobile e Insigne in Nazionale non rendono come nei rispettivi club
Dal dopo Buffon al centrocampo: Italia, ecco cosa non va© Getty Images
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MANCHESTER - La Nazionale che è stata (venerdì sera all’Etihad Stadium), quella che verrà. Non certo dopodomani a Wembley, contro l’Ighilterra: quella sarà un tassello della rivoluzione post delusione Mondiale.

Non una cosa semplicissima, come si è intuito. Perché i nodi tecnici da sciogliere attorno alla squadra azzurra sono diversi, ogni reparto (quello che soffre di meno è la difesa) ha qualcosa da rivedere. Spetterà al nuovo commissario tecnico (su il sipario il 20 maggio) stabilire chi, dove e come. Ma i punti di caduta sono visibili a tutti.


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SOSTITUIRE IL MITO - Il 4 giugno prossimo, allo Stadium di Torino contro l’Olanda, Gigi Buffon dirà addio alla maglia azzurra. Come visto contro l’Argentina, le critiche sono solo un puro esercizio dialettico per chi le formula, al resto pensa lui, il Mito. Il suo sostituto naturale, al netto del Raiola pensiero (che non aiuta certo i suoi assititi, soprattutto in ambito federale), sarà (sarebbe?) Gigio Donnarumma, giovane eppure già con esperienza alle spalle, ma che deve completare il processo di maturazione.

Aspetto, invece, già “spuntato” da Perin, al quale però fa difetto la poca dimestichezza con l’ambiente internazionale. Potrebbe inserirsi così anche Meret (più di Scuffet), entrambi scuola Udinese. Il primo frequentò la Nazionale A con Conte prima di Euro 2016, tutti rimasero colpiti dalla testa prima che le doti fisiche.


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PROCESSO A SINISTRA - Saranno Bonucci e Chiellini (che punta alle 100 in azzurro, ora è a 96) ad accompagnare il reparto verso il futuro. Rugani, contro l’Argentina, è risultato fra i migliori, Romagnoli è stato perno dell’Under 21 ed è atteso al rientro, tutti aspettano la consacrazione di Caldara, preso dalla Juve e lasciato a Bergamo, mentre dall’Under potrebbe salire Mancini (sempre Atalanta).

Il comparto esterni a sinistra ha il solo Spinazzola, posto che da quella parte ha sempre giocato De Sciglio da adattato (come Darmian), con Florenzi sulla fascia opposta. In quel ruolo c’è pure Zappacosta e ci sarebbe - dopo il rientro - anche Andrea Conti, sostituito in rossonero da Calabria, pure lui Under 21.


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UNA FALLA AL CENTRO - Costacurta, nel discorso di ieri, ha centrato due situazioni: uno, il futuro sono Jorginho e Verratti; due, «soffriamo in attacco, perché non riusciamo mettere in condizione le punte di poter impensierire gli avversari ».

Tradotto, il centrocampo c’è (o ci sarebbe) ma bisogna che inizi a funzionare. E allora, potrebbe tornar utile Marchisio, ecco Bonaventura e Pellegrini, con Candreva anche lui nel ruolo di chioccia. E poi bisogna attendere la crescita di Cristante e Chiesa, il recupero di Bernardeschi, l’inserimento di Barella dall’Under 21, dove si sono formati anche Baselli e Benassi.


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ATTACCO CERCASI - L’attaccante della Nazionale è Ciro Immobile, 16 gare consecutive, 14 da titolare. Il raffronto dice: 7 gol in 31 gare in azzurro (media 0,22), 60 in 79 con la Lazio (media 0,75 che sale a 0,90 quest’anno). Dunque, non si può dire che non sappia far gol, ma in Nazionale il suo rendimento cala. Identico il discorso per Insigne: 3 gol in 22 partite in Nazionale (uno ogni 8 circa), 62 reti su 255 col Napoli (1 ogni 4). Manca il superGallo Belotti, fra infortuni che ne hanno minato la forma, Verdi e Cutrone necessitano di tempo e di mettere su partite. C’è poi un’altra verità: l’ultima punta centrale “old style” è stata Pellè, naufragato e sparito dopo il 2016. E prima di lui Balotelli, ma quello di Euro 2012 per capirci. Già, Balotelli: dove l’avevamo sentito di recente?


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MANCHESTER - La Nazionale che è stata (venerdì sera all’Etihad Stadium), quella che verrà. Non certo dopodomani a Wembley, contro l’Ighilterra: quella sarà un tassello della rivoluzione post delusione Mondiale.

Non una cosa semplicissima, come si è intuito. Perché i nodi tecnici da sciogliere attorno alla squadra azzurra sono diversi, ogni reparto (quello che soffre di meno è la difesa) ha qualcosa da rivedere. Spetterà al nuovo commissario tecnico (su il sipario il 20 maggio) stabilire chi, dove e come. Ma i punti di caduta sono visibili a tutti.


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