Buffon amaro, no all’Italia? 

Il capitano, ferito dalle polemiche degli ultimi mesi, sta pensando di rinunciare alla sua ultima chiamata azzurra
Buffon amaro, no all’Italia? © ANSA
Andrea Santoni
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ROMA - Oggi tra un mese, ormai in odore di mondiale, alle nostre latitudini calcisticamente sbertucciate ci sarà da fare il bilancio delle prime tre partite di Roberto Mancini commissario tecnico. Remoto l’inciampo dell’ultimo metro e il terzo colpo di scena federale, questo targato Ranieri: Mancio dimissionario, filtra da San Pietroburgo, non avrà ostacoli legali dallo Zenit e, dimessosi, il 14 maggio sarà a Roma, lindo e pinto per dire sì al commissario Fabbricini, risolvendo il tormentone ct, questo è sicuro. Oggi tra un mese vorremmo essere certi soprattutto di poter tributare l’ultimo applauso ideale, il giorno dopo l’addio al calcio giocato in Nazionale di uno dei più grandi campioni planetari made in Italy dell’ultimo quarto di secolo, il migliore portiere italiano di tutti i tempi: Gigi Buffon. Già, tocca usare il condizionale, perché la grande festa del 4 giugno, ambientata non casualmente allo Stadium bianconero dalla Federcalcio, in occasione di Italia-Olanda (terza amichevole primaverile, dopo Arabia Saudita, il 28 maggio a San Gallo, e Francia, a Nizza, l’1 giugno) in questo momento rischia di essere disertata proprio dall’ospite d’onore. Il numero uno della Juve infatti è fortemente tentato di dire di no a quella che dovrebbe essere appunto la sua ultima convocazione azzurra, la celebrazione ideale, dopo Juve-Verona del 20 maggio, prevedibile suo ultimo atto bianconero.

PERCHE’ NO - Il motivo? L’amarezza condita da una genuina incazzatura per le polemiche, a nostro avviso lunari, che ne hanno accompagnato la presenza nella lista stilata dalll’allora ct ad interim Di Biagio, lo scorso marzo, in occasione di Argentina-Italia (a Manchester) e Inghilterra-Italia (a Wembley). 

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