Via libera dallo Zenit: nasce l'Italia di Mancini 

L'ex tecnico di Inter, Lazio e City rescinderà il contratto con i russi e la prossima settimana diventerà il nuovo ct azzurro: debutto il 28 maggio nell'amichevole contro l'Arabia Saudita
Via libera dallo Zenit: nasce l'Italia di Mancini © AP

ROMA - L'ultimo ostacolo che separa Roberto Mancini dalla panchina dell'Italia sta per essere superato. I russi dello Zenit infatti, con cui il tecnico italiano è legato da un contratto da 6 milioni a stagione fino al 2020, avrebbero fatto cadere il veto inizialmente posto per bloccare l'operazione. Mancini e la società di San Pietroburgo stanno trovando l'accordo per la rescissione (a curare gli interessi del 'Mancio' sarà la sua compagna, l’avvocato Silvia Fortini) e lunedì (dopo che il board dei russi avrà ufficializzato la separazione) l'ex allenatore di Fiorentina, Lazio, InterManchester City e Galatasary dovrebbe incontrare a Roma i vertici della Figc per definire l'accordo.

L'ex fantasista dovrebbe debuttare nel nuovo ruolo il 22 maggio, in occasione del raduno in vista dell'amichevole contro l'Arabia Saudita in programma il 28 allo stadio "Kybunpark" di San Gallo, in Svizzera

Pirlo e il futuro: «Nazionale? Mi piacerebbe...» (VIDEO)

TUTTI COL MANCIO - A dare il 'placet' all'operazione è stato anche Giovanni Malagò, presidente del Coni e commissario della Lega di Serie A, dagli spalti dell'Olimpico in occasione della finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan («Fermarsi sarebbe un errore nell’errore», ha detto il numero uno dello sport italiano riferendosi al nuovo caos in Figc). Altri "sì" pesanti sono stati quelli di Pirlo e Ambrosini al Club Italia, che hanno aiutato a disinnescare il fronte di chi voleva attendere l'elezione di un nuovo presidente federale, anche perché lo stesso candidato 'in pectore' Giancarlo Abete non la pensa così, come del resto il commissario Fabbricini e il vice commissario Costacurta, entrambi in attesa dello sganciamento del tecnico di Jesi dallo Zenit.

Continua a leggere per scoprire il "piano mondiale" di Mancini e i futuri ruoli di Pirlo e Ambrosini...


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PIANO MONDIALE - Mancini, dopo il no di Ancelotti, è entrato da dieci giorni nell’ottica di accettare un contratto biennale da 2 milioni a stagione, con opzione per il biennio seguente, quello che porterà l’Italia al Mondiale, l’altro sogno manciniano. Il tecnico vuole a tutti i costi l'azzurro e intende dunque rinunciare ai 12 milioni netti dei rimanenti due anni di contratto, senza alcuna buonuscita e anche per quanto riguarda lo staff, il neo ct sceglierà i suoi collaboratori in base al budget che gli offrirà la Federcalcio

UN RUOLO PER PIRLO E AMBROSINI - Non solo Mancini però, perché Costacurta - come detto prima - ha ricevuto nella sede federale gli antichi compagni milanisti Andrea Pirlo (che per la Nazionale ha rinunciato a fare il vice di Ancelotti nel prossimo club che guiderà) e Massimo Ambrosini a cui vuole offrire ruoli di primo piano nel Club Italia (il secondo dovrebbe diventare capodelegazione della Under 21, squadra strategica nel prossimo biennio tra Euro 2019 e qualificazione alle Olimpiadi del 2020). La prossima settimana in questo senso anche Gigi Di Biagio, una volta confrontatosi con Mancini, scioglierà le riserve sul suo futuro.

 


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ROMA - L'ultimo ostacolo che separa Roberto Mancini dalla panchina dell'Italia sta per essere superato. I russi dello Zenit infatti, con cui il tecnico italiano è legato da un contratto da 6 milioni a stagione fino al 2020, avrebbero fatto cadere il veto inizialmente posto per bloccare l'operazione. Mancini e la società di San Pietroburgo stanno trovando l'accordo per la rescissione (a curare gli interessi del 'Mancio' sarà la sua compagna, l’avvocato Silvia Fortini) e lunedì (dopo che il board dei russi avrà ufficializzato la separazione) l'ex allenatore di Fiorentina, Lazio, InterManchester City e Galatasary dovrebbe incontrare a Roma i vertici della Figc per definire l'accordo.

L'ex fantasista dovrebbe debuttare nel nuovo ruolo il 22 maggio, in occasione del raduno in vista dell'amichevole contro l'Arabia Saudita in programma il 28 allo stadio "Kybunpark" di San Gallo, in Svizzera

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TUTTI COL MANCIO - A dare il 'placet' all'operazione è stato anche Giovanni Malagò, presidente del Coni e commissario della Lega di Serie A, dagli spalti dell'Olimpico in occasione della finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan («Fermarsi sarebbe un errore nell’errore», ha detto il numero uno dello sport italiano riferendosi al nuovo caos in Figc). Altri "sì" pesanti sono stati quelli di Pirlo e Ambrosini al Club Italia, che hanno aiutato a disinnescare il fronte di chi voleva attendere l'elezione di un nuovo presidente federale, anche perché lo stesso candidato 'in pectore' Giancarlo Abete non la pensa così, come del resto il commissario Fabbricini e il vice commissario Costacurta, entrambi in attesa dello sganciamento del tecnico di Jesi dallo Zenit.

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